Il segretario generale del Cgie, il Consiglio generale degli italiani all’estero, Michele Schiavone lancia un appello alla ministra dell’Istruzione e alla direzione generale della Farnesina perchè si intervenga al più presto per garantire la ripartenza delle scuole italiane all’estero.
Se in Italia c’è apprensione per la riapertura delle scuole e si parla di 80.000 nuove assunzioni per garantire la regolarità degli studi, anche all’estero ci sono uguali problematiche “in particolare nei Corsi di lingua e cultura italiane dove le difficoltà si riflettono con maggiore problematicità per la propaggine delle norme italiane e delle scelte ministeriali”.
In altre parole, il segretario denuncia, come riporta l’agenzia Aska, da un lato la continua richiesta di cultura italiana all’estero, e dall’altro lo scarso interesse dello Stato italiano ad incentivare, curare, sollecitare, dando risposte coerenti a questa domanda.
“Gli scompensi causati dai ritardi e la disorganizzazione producono perdita d’immagine, di credibilità e tendono ad allontanare gli studenti dagli studi: di conseguenza le scuole chiudono, gli studenti diminuiscono e l’idea di integrare la promozione culturale e linguistica nell’internazionalizzazione del sistema paese alla quale si è cercato di dare una prospettiva è lungi dall’addivenire realtà”.
Il Ministero dell’Istruzione e la direzione generale del sistema paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale sono chiamati con urgenza a intervenire con provvedimenti straordinari, quasi emergenziali, “rafforzando l’organico da inviare all’estero, la flessibilità della didattica e lezioni a distanza, la puntualità nell’erogazione dei contributi alle scuole e ai soggetti promotori dell’offerta scolastica, semplificazione delle procedure amministrative senza le quali i miracoli non potranno più essere replicati in nessuna parte del mondo. I primi segnali di allarme arrivano dall’Eritrea e dalla Spagna, affrontarli con determinazione è un dovere nonché un obbligo”.
E il segretario snocciola i numeri delle rete delle scuole italiane all’estero (infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado) che comprende: “8 istituti statali omnicomprensivi con sede ad Addis Abeba, Asmara, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo; 43 scuole italiane paritarie, la maggior parte delle quali è costituita da istituti omnicomprensivi, presenti in tutte le aree geografiche nel mondo: Europa, Africa-subsahariana, Mediterraneo e Medio Oriente, Americhe, Asia e Oceania; 7 sezioni italiane presso scuole europee: 3 a Bruxelles ed 1 a Lussemburgo, Francoforte, Monaco di Baviera e Varese; 79 sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali, di cui 63 in Unione Europea, 13 in Paesi non UE, 1 nelle Americhe e 2 in Asia e Oceania; 2 scuole non paritarie con sedi a Smirne e Basilea. A tale rete si affiancano le iniziative per la lingua e la cultura italiana all’estero, ex art. 10 del D. Lgs. 64/2017, ed i lettorati d’italiano presso le Università straniere.
Con riferimento all’anno scolastico 2019/2020, il contingente scolastico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale prevede 607 posti di personale docente (210 unità nelle scuole statali, 30 unità nelle scuole paritarie, 94 unità nelle sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali, 3 unità su cattedre miste, 143 unità sui corsi e 127 unità sui lettorati), 46 posti di dirigente scolastico (8 unità nelle scuole statali e 38 unità presso le Ambasciate e i Consolati) e 21 posti di personale amministrativo (8 unità sulla scuole statali e 13 unità sui corsi). Nel contingente delle Scuole europee figurano, inoltre, 116 unità di personale docente italiano.
Circa 30.000 alunni frequentano queste scuole: la presenza di studenti stranieri è molto elevata”.