Chiaro a tutti il totale fallimento delle procedure concorsuali avviate dal MIUR relative alla selezione del personale dirigente scolastico, docente e Ata di ruolo da destinare alle scuole italiane all’estero.
Una modifica che ha trasformato l’istituto dell’insegnamento all’estero in un vero ‘reclutamento’ introdotto, impropriamente, dalla Legge 107.
“Alla mistica dei concorsi che dovrebbero garantire equità e merito, si sono aggiunti gli effetti negativi del ‘sinergico coordinamento’ tra MIUR e MAECI che hanno prodotto un ‘mostro’ di cavilli procedurali e burocratici con il risultato che a due mesi dall’inizio delle lezioni le scuole all’estero sono ancora prive del personale e rischiano la chiusura”, sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Sul contingente di docenti all’estero di 674 unità, una su tre aspetta la nomina per andare ad insegnare nelle scuole italiane all’estero. Per la prima volta dall’istituzione delle scuole italiane all’estero rischia la chiusura di scuole che rappresentano l’immagine migliore dell’Italia all’estero.
C’è voluta una riforma che, sostituendo la contrattazione alla legge, mette in discussione l’esistenza stessa di queste scuole. Si deve tornare all’applicazione delle norme contrattuali che disciplinano la mobilità professionale del personale della scuola all’estero.
L’Invalsi, intanto, per questi istituti parla di valutazione, di un disegno riformatore da applicare.
Ecco la facciamo noi la valutazione: una bella bocciatura per come stanno portando allo sfascio le nostre scuole all’estero.
Si rende necessario un confronto urgente con i Ministri dell’Istruzione e degli Esteri per un immediato intervento, intanto per consentire il ripristino dell’istituto delle supplenze che non possono essere sostituite da improbabili contratti locali con docenti improvvisati, peraltro cassati da una recente sentenza.
E’ doveroso evitare questa ennesima brutta figura e restituire alle nostre istituzioni scolastiche italiane il prestigio che si sono conquistate negli anni, con la possibilità di svolgere la loro funzione essenziale di promozione della nostra lingua e della nostra cultura nel mondo.
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