La scuola italiana sta realmente diventando sempre più internazionale. A dimostrarlo i dati del Rapporto 2023 dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca (www.scuoleinternazionali.org), promosso anche quest’anno dalla Fondazione Intercultura e presentato l’11 ottobre, dal Segretario Generale Roberto Ruffino e da Nando Pagnoncelli di Ipsos.
Indice di internazionalizzazione in crescita
Dalla prima rilevazione dell’Osservatorio sono passati 15 anni e quello che emerge è che l’indice appositamente creato per dare una misura della capacità delle scuole di aprirsi all’internazionalizzazione ha registrato una crescita da 37 a 49 punti su 100.
Il dato è legato all’aumento dell’adesione ai programmi di mobilità individuale e di gruppo, alle attività legate all’insegnamento delle lingue straniere, a quelle che riguardano il coinvolgimento della scuola.
In generale, l’impatto della situazione politico-economica globale sembra non avere particolari effetti su docenti e studenti: nell’80% dei casi la loro partecipazione alle iniziative internazionali rimane infatti stabile o in aumento.
Organizzazione dei progetti da parte delle scuole
Le istituzioni scolastiche italiane risultano più attive nell’organizzare direttamente i diversi progetti (+12 p.p.) e il numero di classi coinvolte, in media il 31% del totale, si riallinea ai valori pre-pandemici. In particolare, l’adesione è più elevata tra gli Istituti di Istruzione Superiore e gli istituti del Nord Est e più contenuta tra gli Istituti Tecnici che tuttavia coinvolgono un numero di classi maggiore.
Mobilità studentesca e del personale
La mobilità degli studenti e del personale scolastico si conferma uno degli elementi principali del processo di internazionalizzazione delle scuole (+8 p.p.): si inverte il trend negativo dello scorso anno per i progetti di mobilità individuale degli studenti all’estero (di almeno un trimestre) che si attesta ad un valore pari al 52%, in linea con il periodo pre-pandemico.
Tra i vari programmi, spiccano gli stage di studio all’estero (anche di breve durata), la mobilità individuale degli studenti (almeno trimestrale) e del personale scolastico, confermati da più della metà degli istituti. Seguono gli stage di lavoro/tirocini all’estero, gli scambi di gruppo/classe e l’accoglienza di studenti stranieri in mobilità individuale, indicati da circa una scuola su tre. Oltre ai progetti di mobilità, anche quest’anno le iniziative più diffuse risultano i concorsi internazionali (42%), i progetti multilaterali con scuole straniere (33%) e gli incontri virtuali tra docenti italiani e stranieri per confrontarsi sui metodi di insegnamento (31%).
Tra le lingue straniere non c’è solo l’inglese
L’offerta linguistica curriculare conferma il trend positivo del passato: circa la metà degli istituti insegna tre o più lingue straniere, il 70% almeno un’altra oltre l’inglese, ormai presente in ogni offerta linguistica.
Le lingue europee rimangono quelle più insegnate, mentre tra quelle extraeuropee prevalgono il cinese e il russo (stabili rispetto al 2022). Costante al 68% la quota di scuole che dichiarano un potenziamento dell’offerta linguistica, con un incremento delle ore aggiuntive (+4 p.p.) e la presenza di docenti o assistenti madrelingua (+2 p.p.).
Percorsi biligue e debate
Infine, circa la metà degli istituti dichiara una partecipazione attiva dei docenti a corsi dedicati. Tra le altre attività linguistiche, si registra un significativo aumento nell’attivazione dei percorsi bilingue (+15 p.p.), e una crescita delle scuole italiane che utilizzano la metodologia del debate in lingua (+3 p.p.).