Ciclicamente, il finanziamento delle scuole private e paritarie (anche se non è proprio la stessa cosa!) torna in auge. Stavolta a riproporre l’argomento è stato Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola: parlando a Fiuggi, nel corso dell’Esecutivo nazionale riunito il 20 giugno, il sindacalista confederale ha preso una posizione netta a favore della “scuola aperta e inclusiva: è questo il modello da valorizzare”. Disco rosso, invece, per “le scuole di tendenza: per le private (le non statali ndr) valga il principio di ‘senza oneri per lo Stato'”.
Turi ha quindi argomentato il concetto, ricordando la giornata Mondiale dei Rifugiati: “solo la scuola pubblica può fare l’integrazione che ha fatto. È guardando a questo modello di scuola che possiamo superare la vocazione in atto alla separazione, agli elenchi, al censimento”, riferendosi quindi all’iniziativa presa del vicepremier e ministro del Lavoro Matteo Salvini a proposito dei campi rom.
Poi Turi elogia le parole del neo ministro dell’istruzione: “Concordiamo con il ministro Bussetti: le scuole vanno aperte e non chiuse”, perchè “ogni scuola che chiude è un danno per la società, ma attenzione a non finalizzare le risorse dello Stato verso quelle paritarie a discapito di quelle statali. Bisogna evitare – aggiunge Turi ricordando Piero Calamandrei – che per fare vivere le scuole private si mandi in malore quella statale”.
“Rimettiamo in ordine le questioni – continua Turi – la scuola della Costituzione, quella di tutti e di ognuno, svolge una funzione fondamentale per il futuro del Paese. Quelle private, rispondono ad un servizio a domanda individualizzata, vanno garantite ‘senza oneri per lo Stato’, che può intervenire quando l’offerta formativa, come di fatto avviene per le scuole dell’infanzia, è insufficiente e la Costituzione non ne garantisce la diffusione”.
Secondo il sindacalista confederale, quindi, alle scuole non statali non possono arrivare finanziamenti, soprattutto nei periodi di “magra” economica come quello che stiamo vivendo. Il suo, sembra un appello al governo appena insediato e che ancora deve mostrare per intero le intenzioni da intraprendere sul tema, anche se da alcune dichiarazioni rilasciate dal neo ministro, Marco Bussetti, non sembra cogliersi una chiusura con la politica degli ultimi anni, duranti i quali i vari governi che si sono succeduti hanno comunque sempre garantito fondi (anche in crescita) alle paritarie.
“Pensare di spostare soldi pubblici a favore dei privati, invocando la libertà di scelta – sostiene ancora Turi – aprirebbe la porta ad un modello che nelle intenzioni è quello che proponeva la Buona Scuola. Una sorta di privatizzazione del sapere che risponde a modelli di neo liberismo che ci vede fortemente contrari e ha poco a che fare con il modo di fare scuola statale inclusiva e non esclusiva”.
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