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Scuole occupate: i motivi delle proteste

Cosa chiedono gli studenti che stanno occupando le scuole in questo periodo a Roma soprattutto? Maggiori risorse per la formazione, interventi urgenti di edilizia scolastica, ma anche scuole aperte il pomeriggio, corsi di educazione sessuale e la revisione dei sistemi di valutazione e di lezione. Ma anche maggiore democrazia e più partecipazione alle scelte che la dirigenza stabilisce nella mancanza di un serio confronto, insieme alla eccessiva burocratizzazione di cui studenti e prof sono vittime. Viene pure segnalata l’assenza del dibattito  sulla qualità della scuola, sui bisogni e sulle fragilità, come quelle relative alla salute mentale nate in questi anni di pandemia.

In ogni caso c’è pure da segnalare che in alcuni Istituti la maggior parte degli studenti non son sarebbero stati d’accordo a questa azione strema di protesta: ”Che bisogno c’era di occupare per sperimentare forme di didattica alternativa? Noi abbiamo dato il nostro parere contrario. E per quanto riguarda la protesta, noi, la maggioranza, ci siamo schierati contro l’occupazione e ci siamo espressi a favore di una forma di manifestazione del dissenso legale, come il sit in, più sicuro”: così una studentessa all’Adskronos.

Intanto qualche scuola è stata sgomberata dalla polizia, invitando chi era dentro a liberare le aule. Alcuni ragazzi sono anche stati identificati dagli agenti e la scuola, ora, valuterà quali iniziative intraprendere nei loro confronti. 

Novembre in ogni caso è stato sempre il periodo delle occupazioni, talvolta strumentali e ad opera pure di minoranze, mentre i prof stanno per lo più a guadare, pure difronte a richieste rilevanti, come la sicurezza delle strutture, come se la faccenda riguardasse solo i ragazzi e non tutti coloro che ci abitano ogni giorno.  

Pasquale Almirante

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