“L’Aula del Senato è impegnata nel solito andirivieni che la maggioranza impone all’intero parlamento con la sua reale incapacità di programmazione dei lavori. Il Decreto Semplificazione, inutilmente atteso per ieri, su cui e’ stata già posta la fiducia venerdì prossimo, e’ in continua fase di gestazione: impenetrabile all’opposizione e del tutto accondiscendente ai voleri dell’esecutivo. In premessa occorre sottolineare che di semplificazione non c’è proprio nulla, mentre invece le norme si aggrovigliano rendendo sempre più complicato afferrane il senso e renderle oggettivamente praticabili per la maggioranza dei cittadini. E forse questa e’ una delle colpe più gravi di cui si sta caricando questo governo: la sua radicale inaffidabilità, giocata sul filo dell’equivoco, del non detto, della promessa non mantenuta”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti dell’UDC, che ha presentato un’interrogazione parlamentare sul tema.
“Come è accaduto con le scuole paritarie per le quali proprio oggi ho presentato una interrogazione, accantonando ogni motivazione ideale o ideologica- spiega Binetti all’agenzia Dire- il quesito concreto riguarda i 300 milioni votati e approvati con il decreto legge 19 maggio 2020, n.34. Quello recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Avrebbe dovuto facilitare la riapertura delle scuole paritarie in condizioni di sicurezza: sicurezza sanitaria e sicurezza sociale, per affrontare sia il rischio salute che il rischio impoverimento delle famiglie”.
“Oggi, a scuole teoricamente riaperte, prosegue la senatrice dell’UDC, di quei milioni che avrebbero dovuto assicurare la sopravvivenza di un pezzo importante del sistema di istruzione pubblica in Italia non si sa assolutamente nulla. Una vera e propria cancellazione della memoria storica del paese, della sua tradizione culturale, dei suoi valori e del diritto alla libertà di scelta in campo educativo per le famiglie italiane”.
“Non basta a questo governo bocciare qualsiasi proposta dell’Opposizione, esercitando nei suoi confronti un ostruzionismo ai limiti dello stalker; riesce a fare di peggio quando, dopo aver approvato una qualsivoglia misura proposta da uno o più esponenti dell’opposizione, si accanisce nel vanificarla, fino a farne un diritto non più esigibile. Ed è quello che sta accadendo con le scuole paritarie: un centinaio di loro ha già chiuso e molte altre le seguiranno a ruota, nell’impossibilità di mantenere i propri impegni stipendiali nei confronti dei docenti e del personale”, insiste Binetti, che poi conclude: “Una morte annunciata, forse perfino premeditata: come se alla scuola paritaria fossero state sospese nutrizione e idratazione, per facilitarne la morte, in modo tutt’altro che dolce e comunque senza nessun tipo di consenso da parte sua”.
In verità, proprio pochi giorni fa il Ministero ha pubblicato una nota: “con riferimento alle dichiarazioni circa la mancata erogazione delle risorse aggiuntive alle scuole paritarie, fonti del Ministero dell’Istruzione fanno sapere che le carte a Viale Trastevere sono pronte, ma si attende dal Ministero dell’Economia e delle Finanze la necessaria variazione di bilancio per poter poi erogare i fondi”.