Intervistata da Tecnica della Scuola. a proposito del pagamento dell’Ici da parte delle scuole paritarie cattoliche, secondo recente sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, suor Anna Monia Alfieri così risponde all’ultima domanda di Alessandro Giuliani, direttore della testata.
“Il nostro Paese è a un bivio cruciale e si ritorna sempre a monte: occorre rivedere le linee di finanziamento del sistema scolastico che o è pluralista o è dispotico. Ricordiamoci sempre che Il monopolio statale dell’istruzione è negazione di libertà: unicamente l’esistenza della scuola libera garantisce alle famiglie delle reali alternative sia sul piano dell’indirizzo culturale e dei valori che sul piano della qualità e del contenuto dell’insegnamento”. A proposito di monopolio e libertà delle scuole, alcune precisazioni possono essere utili.
Intanto non esiste questo richiamato monopolio statale, proprio perché sono previste ed esistono le scuole private, anche se sono a pagamento secondo la Costituzione vigente..
Poi l’etichetta “monopolio” viene applicata impropriamente con l’aggettivo “statale” perché ci si riferisce a un tipo di “mercato” del tutto particolare, in cui il servizio istruzione – fornito tramite scuole indicate impropriamente come “aziende” – non viene pagato dalle famiglie, ma è fornito gratis o quasi, meglio a carico dei contribuenti tutti.
Una veloce consultazione di Wikipedia o dell’Enciclopedia Treccani può aiutare a chiarire. Non sempre il termine monopolio merita una accezione negativa. Esistono monopoli pubblici inevitabili: acquedotti, strade, protezione civile, forze dell’ordine, pompieri o vigili del fuoco, 118 ….
Il c.d. monopolio statale è servito storicamente ad alfabetizzare gli italiani, anche se ultimamente la Scuola italiana si trova indubbiamente in difficoltà e non a causa del monopolio, ma per eccesso di burocrazia, di tagli di risorse economiche (rinominati eufemisticamente “razionalizzazioni” dalla ministra Gelmini) e per le riforme epocali degli ultimi vent’anni, segnatamente quelle di Berlinguer, Moratti, Gelmini e l’ultima funesta di Renzi e Giannini.
Riguardo alla libertà negata dal monopolio statale, va osservato che le scuole paritarie cattoliche si sono appropriate della bandiera della “scuola libera”, intendendo scuola non gestita dallo Stato Italiano.
Per questo le scuole cattoliche, che pure sono confessionali, si auto-etichettano come scuole libere al contrario e in contrapposizione alle scuole statali, indicate a volte come scuole di regime!
Ma queste benedette scuole cattoliche omettono che sono sì gestite da congregazioni religiose di suore o preti, ma sono strettamente controllate dalla CEI cioè dallo Stato Vaticano, che non è a struttura democratica, ma è una monarchia assoluta a carattere dispotico.
Infatti la CEI e i vescovi dettano norme precise e cogenti sia per le scuole cattoliche paritarie che per i docenti laici che vi insegnano e per gli IRC che insegnano nelle statali.
Le scuole paritarie cattoliche sono sì libere rispetto allo Stato Italiano, ma non di certo rispetto allo Stato Vaticano!
Vincenzo Pascuzzi