La Redazione del sito UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionalisti), così titola in data 11.11.2018
“Le paritarie cattoliche vanno finanziate: «fanno risparmiare»“.
L’articolo esordisce: “Finanziamento scuole paritarie. Su Repubblica l’economista Alessandro De Nicola ha proposto una dote da 3.000 euro per ogni studente [UCCR ne considera 900.000] delle scuole cattoliche in quanto l’aumento del loro numero aumenterebbe il risparmio per le casse dello Stato”.
Con riferimento all’articolo “la Chiesa e l’Ici perduta“ del prof. De Nicola, su Repubblica del 7.11.2018, la nota di UCCR cita il meccanismo della proposta: “il governo potrebbe cominciare a ragionare sul fatto che se, ad esempio, assegnasse borse da tremila euro a ciascun studente da poter spendere in collegi paritari e questo raddoppiasse il loro numero di alunni. non ci sarebbero “oneri aggiuntivi per lo Stato”, grazie ai risparmi di spesa per la scuola statale (ovviamente ci sono economie e diseconomie di scala da considerare, ma si tratta di un esempio illustrativo)”.
(Per chiarire, i 3.000 euro della borsa o dote corrispondono alla metà dei 6.000 euro del costo medio dello studente statale).
Sulla carta e in teoria tutto sembra semplice e senza problemi, né intoppi. La realtà operativa è ben diversa e complessa, anche prescindendo dalle difficoltà costituzionali, politiche, sindacali.
Infatti secondo l’”esempio illustrativo”, ben 900.000 studenti dovrebbero essere indotti a passare dalle scuole statali alle scuole paritarie cattoliche, di conseguenza altrettante famiglie dovrebbero accollarsi una retta aggiuntiva (o ticket) di 3.000 euro/anno! L’operazione dovrebbe essere diluita nel tempo, dieci anni? o quanti? Intanto lo Stato dovrebbe scommettere sull’esito dell’operazione e anticipare la dote di 3.000 euro a ognuno dei 900.000 già iscritti alle paritarie; in totale quasi tre miliardi di euro!
E poi circa 80.000 docenti statali risulterebbero in esubero (gradualmente, 8.000 l’anno!), forse verrebbero licenziati, pensionanti, altrimenti ridotti, mentre altrettanti docenti verrebbero assunti dalle paritarie.
Più che di una proposta seria, si tratta di una estemporanea elucubrazione, o di una involontaria boutade, oppure di un pretesto per riproporre ancora una volta le richieste extra-Costituzione vigente da parte dei gestori delle paritarie; ciò sia detto senza offesa per lo stimato economista bocconiano.
Vincenzo Pascuzzi