Il dibattito odierno al Meeting di Rimini ha fatto emergere in modo chiaro le diverse posizioni dei partiti politici sulla scuola e su cosa intendono realizzare qualora dovessero andare al governo.
Enrico Letta ha confermato la linea del Pd, con tre punti principali: gli stipendi degli insegnanti da portare alla media europea entro cinque anni; estendere l’obbligo scolastico fino alla maturità; Erasmus gratuito per tutti gli studenti delle superiori.
C’erano anche i rappresentanti del Centro Destra. Ad iniziare da Giorgia Meloni, numero uno dei FdI, che ha detto di volere “reintrodurre i voti nella scuola primaria e valorizzare l’esame di maturità”, oltre che “un sistema serissimo di borse di studio che consenta agli studenti di studiare dove vogliono studiare”.
Dalla Meloni, nessuna parola è stata spesa per le scuole paritarie. Quelle su cui si sono invece soffermati gli altri partiti della probabile coalizione FdI, Lega, Fi.
“Non discriminare le scuole paritarie rispetto alle scuole statali, anche perché se domani chiudessero le scuole paritarie salterebbe per aria il sistema sanitario nazionale”, ha tenuto dire Matteo Salvini.
Il leader della Lega ha detto che è “una fortuna che ci sono le scuole paritarie, la libertà di scelta è sacrosanta”.
“Ogni famiglia italiana deve essere libera di poter scegliere tra scuola statale e scuola non statale. Il servizio è sempre pubblico, esercitato non dallo Stato ma da chi collabora con lo Stato”, gli ha fatto eco Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia
“Serve un bonus” pubblico, una somma annuale dello Stato da assegnare alle famiglie che potranno quindi decidere dove collocarla per far crescere culturalmente i loro figli: “dobbiamo impedire che le scuole non statali chiudano perché strangolate”, ha sottolineato il forzista.
Sulle scuole paritarie da salvare, con finanziamenti pubblici, potrebbe quindi sorgere qualche dissidio tra i tre partiti principali di un possibile governo di Centro-Destra.
Nella visione di Fratelli d’Italia, infatti, da sempre la scuola pubblica statale viene considerata una garanzia da mettere a disposizione delle famiglie italiane. E su cui convogliare tutte le forze che lo Stato può mettere in campo, economiche ed umane.
Salvo revisioni dell’ultimo momento, ancora non espresse, sulle scuole paritarie, che con il Covid hanno incrementato la loro carenza di iscrizioni e quindi di sovvenzioni private, la posizione del partito guidato da Giorgia Meloni potrebbe rivelarsi dunque diversa da quelle espressa da tempo (ribadite oggi) da Lega e Forza Italia.
Per capirci, quando si tratterà di decidere se investire o meno dei fondi pubblici per sostenere le scuole paritarie e private, qualcuno della coalizione FdI, Lega, Fi (sempre se sarà davvero quella che andrà a formare il prossimo governo) dovrà necessariamente sacrificarsi.
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