A due settimane all’avvio del nuovo anno scolastico i toni sul mondo dell’istruzione risultano più che mai accesi. Dopo le polemiche sul caro-scuola, in questi giorni si è infatti tornato a parlare di finanziamenti alle scuole paritarie. La prima netta presa di posizione è giunta dal Meeting di Rimini, dove una serie di associazioni, più o meno legate a Comunione e liberazione, che da 25 anni organizza l’evento, si sono espresse in rappresentanza di una larga fetta del mondo della scuola non statale (tra cui Agesc, Fidae e Coe). Le associazioni, rivolgendosi alla platea composta anche da addetti ai lavori del Miur, non hanno risparmiato pesanti critiche all’attuale politica scolastica dell’attuale legislatura. Tra le accuse vi è stata anche la mancata attuazione degli impegni elettorali sulla parità scolastica. Alcuni esponenti del mondo della cultura ed intellettuali, riuniti nel “Comitato per la scuola della società civile” hanno anche lanciato vero e proprio “appello di fine legislatura”: la richiesta al Governo è quella di realizzare una serie di interventi minimi da “approvare prima delle elezioni politiche”.
Entrando nello specifico, tra gli obiettivi da realizzare a breve termine e auspicati dal Comitato, assieme ad una rapida approvazione dei decreti sul secondo ciclo, sulla formazione degli insegnanti e del provvedimento sulla delegificazione, vi è anche “l’innalzamento delle risorse stanziate per le scuole paritarie e per l’integrazione degli studenti con handicap delle scuole paritarie”. L’appello è stato consegnato anche ai vertici dei partiti di maggioranza e nel mese di ottobre verrà ribadito in una conferenza stampa che si terrà nella capitale.
Ma sulla vicenda è intervenuta anche la Flc-Cgil ponendo il problema su un piano praticamente opposto a quello espresso dal palco del Mettine di Rimini: attraverso una nota, il sindacato guidato da Panini ha infatti polemicamente sottolineato come la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto 181, del 5 agosto scorso, abbia di fatto già “aumentato di circa il 40% il contributo alle famiglie che iscrivono i propri figli alle scuole paritarie”. Sa una parte (quella delle associazioni delle scuole private) si reclama quindi un maggiore sostegno economico alle scuole non statali, dall’altra (in ambito sindacale) si ricorda come in realtà questo processo è ormai già stato avviato.
Secondo la Flc-Cgil la dimostrazione che l’attuale maggioranza politica voglia in qualche modo “supportare” le scuole private deriverebbe anche dalla recente comunicazione alle famiglie, tramite il sito, sulle modalità per usufruire del finanziamento: “per accedere alla richiesta non sono imposti limiti di reddito – fa sapere il sindacato – come a dire che lo Stato, le cui finanze godono notoriamente di ottima salute, decide che per garantire il diritto all’istruzione a tutti parte da quelli che ne hanno meno bisogno”.
Per l’organizzazione sindacale sarebbe evidente la volontà da viale Trastevere sui finanziamenti alle scuole paritarie: “ci ha molto colpito anche il linguaggio utilizzato dal Miur nelle note e negli atti emanati su questo argomento: il finanziamento è finalizzato a sostenere ‘la libera scelta educativa delle famiglie’ . Insomma parrebbe che lo Stato consideri la sua scuola una scuola imposta mentre quella che garantisce la libertà sarebbe la scuola paritaria”.