Prosegue il dibattito sulle scuole paritarie. Dopo l’appello di Matteo Salvini della Lega, arriva adesso l’affondo della senatrice del Movimento Cinque Stelle Bianca Laura Granato, che senza utilizzare mezzi termini chiarisce che non si possono dare altri fondi alle scuole paritarie.
La pentastellata scrive in un comunicato stampa: “Lo diciamo con assoluta chiarezza: la proposta giunta da altri partiti di riconoscere ulteriori risorse alle scuole paritarie non ci trova d’accordo. Non si tratta di una posizione ideologica o preordinata, ma di una scelta giustificata e sorretta dal dettato costituzionale, che all’articolo 33 sancisce la piena libertà di insegnamento ma senza oneri per lo Stato nel caso delle scuole private“.
Granato sottolinea che “non ci sfugge la situazione di difficoltà dovuta all’emergenza covid, per questo nel Decreto Rilancio è stato previsto uno stanziamento straordinario di 150 milioni di euro. Una cifra che serve a coprire le rette non riscosse che non siamo in nessun caso disponibili ad aumentare. Abbiamo già dato“.
Piuttosto, la senatrice ritiene utile “Ragionare di ulteriori risorse alla scuola, ovviamente alle scuole statali, che sono il vero pilastro su cui poggia il futuro del nostro paese e che hanno bisogno del massimo sostegno in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo“.
Anche su Facebook, Granato si spinge oltre sul tema paritarie: “NON è vero che le scuole paritarie consentono di risparmiare! Lo stato dovrebbe almeno triplicare i dirigenti tecnici preposti ai controlli. Abbiamo visto il buco che si è creato nella sanità e quanto è aumentato il debito pubblico da quando le autonomie regionali e le privatizzazioni dei servizi hanno preso piede in Italia. Adesso c’è chi senza pudore vuole approfittare dell’emergenza CoVid per privatizzare l’Istruzione. Le scuole statali sono soggette alle verifiche di bilancio annuali dei Revisori dei conti, le Paritarie NO!“.
Bianca Laura Granato parla anche di “mercimoni di titoli di studio, mercimoni di punteggio grazie allo spezzettamento delle cattedre, per cui ai docenti si garantisce lo stesso punteggio delle statali (grazie alla legge 62/2000) con sole tre ore settimanali, accontentandone per una cattedra di 18 ore 6 a costo zero“.
“Ai docenti interessa il punteggio, fa notare Granato, alle scuole paritarie interessa risparmiare sugli stipendi, su cui si limitano a versare i contributi, unica uscita. Si tratta di una simbiosi che mina alle fondamenta il ruolo costituzionale della scuola statale trasformando gli studenti in clienti e i docenti in complici“.
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