Possiamo leggere su Tecnica della Scuola del 31 gennaio: “Sono 304 le scuole pubbliche paritarie chiuse nell’ultimo anno e 24.713 gli alunni in meno rispetto allo scorso anno. Da notare: si tratta di alunni che allo Stato non costavano quasi nulla (50 euro l’anno pro capite) e che ora, dovendo cercare verosimilmente una sistemazione in scuole statali limitrofe alle paritarie “defunte”, verranno a costare allo Stato in media circa 10.000 euro annui pro capite. Se va bene”.
L’articolo è a firma di suor Anna Monia Alfieri, accreditata dal Miur come “esperta di politiche scolastiche”, che però ha preso un grosso granchio (e non è la prima volta!) estendendo gratuitamente a tutti gli studenti delle scuole statali il costo di “circa 10.000 euro annui pro capite”.
Infatti la spesa di 10.000 euro è stata calcolata da CIVICUM in collaborazione con Deloitte e il L.S. Leonardo da Vinci di Milano per finalità e scopi differenti ed estranei alle rivendicazioni delle scuole private paritarie e ai bilanci Miur.
Perciò non ha senso applicare i 10.000 euro sia a tutti i 7.682.635 studenti delle scuole pubbliche statali, sia ai 24.713 alunni in meno delle scuole private paritarie, tanto più che non è affatto detto che questi ultimi passeranno in massa alle scuole statali.
Alla brava suora, impegnatissima nella “madre di tutte le battaglie” per la parità economica delle paritarie, deve essere sfuggito il fatto che gli alunni sono in calo anche nelle scuole statali. Nel corrente a.s. 2018-2019, risulta da dati Miur che le scuole statali hanno perso ben 75.214 alunni, cioè una percentuale fra il 6 e il 7%.
Considerando che il calo è conseguenza della denatalità e che le private paritarie sono maggiormente presenti nel settore infanzia (66% degli alunni delle paritarie e 25% degli alunni tutti dell’infanzia), se ne deduce che il calo stesso è praticamente uniforme nelle due realtà. E quindi nessuna “spesa annua in più di 6 miliardi di euro”. Anzi!
Per completare, osserviamo che i 10.000 euro citati vanno ridotti a circa la metà o poco più, cioè:
I dati sono approssimati e orientativi e basati su una tesi di laurea presso Liuss e su una nota pastorale CEI, entrambe recenti.
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Civicum / Cittadini per uno Stato più efficiente
Nel 2004 Federico Sassoli de Bianchi, con altri, ha dato vita a Civicum in forma di Fondazione. Da allora al 2012, Civicum, dopo avere impostato un modello di Rendiconto Civicum per i Comuni (RCC), ha assistito circa venti Comuni di grande dimensione che lo hanno adottato.
Da allora, molti Cittadini che hanno deciso di mettersi in prima persona a contribuire al miglioramento dell’efficienza delle Istituzioni e nella Pubblica Amministrazione, si sono aggregati nell’ass. Civicum, che è libera, indipendente, non partitica che utilizza gli strumenti della trasparenza e del merito.
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Vincenzo Pascuzzi
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