“La proposta della detrazione fiscale per i genitori che iscrivono i figli alle scuole paritarie, avanzata in questi giorni dal sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, deve subito entrare nel piano del governo sulla scuola, e possibilmente già nel decreto previsto per il prossimo Cdm”.
Questa la posizione dell’europarlamentare Ncd-PPE Massimiliano Salini, secondo il quale “questo sarebbe in realtà solo il primo timido passo di un percorso che deve essere molto più coraggioso, e portare l’Italia ad adeguarsi agli standard europei in termini di parità scolastica e libera scelta tra i diversi progetti educativi, vera base per uno stimolo al miglioramento del sistema scolastico. Sono pronto a sostenere questo percorso anche a livello europeo, con tutti gli strumenti a mia disposizione”.
“Non esiste nessuna possibilità di avere una ‘buona scuola’ prescindendo da questo aspetto”, prosegue Massimiliano Salini. “Se la ‘buona scuola’ di Renzi sarà solo un’infornata di assunzioni per i precari, le promesse di cambiare verso al Paese partendo dalla scuola saranno solo parole al vento. L’assenza di una reale parità scolastica in Italia, come anche di una vera autonomia, è segno evidente dell’arretratezza del nostro sistema educativo. Solo Italia e Grecia sono in questa condizione. Questo è il punto nevralgico su cui è veramente ora di cambiare. Non dimentichiamo che migliorare e ampliare la scelta del nostro sistema educativo significherebbe anche aumentare le possibilità di lavoro per i nostri giovani, spesso in difficoltà per mancanza di competenze adeguate. La disoccupazione giovanile è anche frutto di una scuola vecchia e ingessata come la nostra”.
“Tutti i migliori studi sul nostro sistema scolastico (e penso soprattutto a quanto fatto dall’Associazione TreeLLLe, in particolare l’ultimo quaderno ”Scuole pubbliche o solo Statali? Per il pluralismo dell’offerta”, che verrà di nuovo presentato nei prossimi giorni a Milano) dimostrano che il tema della parità, che va di pari passo con il tema dell’autonomia, non ha nulla a che fare con la tutela confessionale degli istituti religiosi. Il problema è se vogliamo o no migliorare le performance del nostro sistema scolastico, oltre che tutelare la libertà di scelta in campo educativo. E non si racconti che lo Stato non ha risorse da investire, o che avrebbe ”oneri” aggiuntivi, perché da una vera parità scolastica lo Stato ha solo da guadagnare, anche in termini di risorse. Già oggi risparmia circa 6 miliardi grazie all’esistenza delle scuole paritarie. Su tutto questo” conclude Salini “non c’è nulla da inventarsi: basta solo guardare a quel che accade nel resto d’Europa”.