Il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli è intervenuta al Convegno “Arte-Formazione-Cultura”, svoltosi presso l’Istituto Marcelline di via Quadronno di Milano, dedicato alle scuole paritarie.
La Fedeli, intervistata prima della partecipazione al convegno, ha risposto alle diverse tematiche che interessano le scuole paritarie: il costo standard per studenti “argomento da studiare e approfondire”; la libertà di scelta della scuola, il reclutamento dei docenti nella scuola paritaria.
Rincalzando l’osservazione di Don Giorgio Zucchelli, direttore de “Il nuovo torrazzo” di Crema, in merito allo svuotamento delle scuole cattoliche perché con le assunzioni statali tanti docenti hanno lasciato l’incarico, la Fedeli, ha sottolineato che sono stati gli insegnanti a scegliere e che il problema essenziale sta nel garantire la qualità dell’offerta formativa anche nelle paritarie e tale garanzia si può avere solo con criteri di reclutamento uguali a quelli previsti per la scuola statale.
Il reclutamento nelle scuole paritarie prevede l’assunzione in primis dei docenti abilitati, in mancanza dei quali ricorrere a quelli in possesso del solo titolo di studio.
Il decreto legislativo n. 59/2017 ha introdotto delle novità in merito, infatti, per insegnare nelle paritarie si deve essere in possesso del diploma di specializzazione per l’insegnamento secondario, che si consegue nel primo anno del nuovo percorso FIT, al quale si accede tramite concorso.
Al percorso FIT, però, o meglio al primo anno dello stesso, si può accedere anche senza aver superato il concorso, al fine di conseguire il suddetto diploma e insegnare presso le scuole paritarie.
Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico che però viene mortificato dal gravame del doppio costo delle tasse e con delle rette.
Applicando il costo standard di sostenibilità , come sostiene Suo Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia, si potrà garantire un servizio di qualità, nel rispetto di principi di libertà educativa che compete ai genitori, di pluralismo educativo e si constata che lo Stato ne avrebbe anche un beneficio apportando un notevole risparmio per la spesa pubblica.
L’accoglienza degli alunni disabili nelle scuole paritarie, anche senza ulteriori aggravi finanziari per le famiglie, è oggi una realtà diffusa con notevole successo.
Le buone pratiche di sperimentazione e d’innovazione nella didattica, come dimostrato dall’inaugurazione della nuova sede dell’Accademia Ucraina di Balletto, un’eccellenza dell’Istituto milanese che conta un centinaio di ragazze iscritte, e frequentanti anche il Liceo e il convitto.
Le strutture delle scuole paritarie sono ideali per la realizzazione di simili progetti, mentre le scuole statali, spesso stentano nel garantire il minimo indispensabile delle attività curriculari.
“Tutta la filiera del sapere” , come usa dire la Ministra Fedeli, necessita di un collegamento e di una reale sinergia, senza contrapposizioni ed ostacoli di prevenzione ideologica.
Il bene degli studenti, la loro formazione integrale non dovrebbe avere limitazioni e barriere.
Ben venga la possibilità offerta anche alle scuole paritarie, come previsto dalla legge di bilancio 2017, di accedere ai finanziamenti europei dei progetti PON, dai quali prima erano escluse, ma ancora la strada è tutta in salita e spesso anche il linguaggio risente di una contrapposizione tra statale e paritaria, noi e voi, mentre l’essere scuola dovrebbe accomunare tutti per il bene e la crescita dei ragazzi consentendo loro di avere gli strumenti necessari per affrontare la complessa realtà in cui vivono e di gestire le repentine mutazioni di cultura e di stili di vita.
“Educare, non solo istruire” non può restare solo il titolo di un convegno, ma costituisce la nota caratteristica di una progettualità educativa che motiva e giustifica la libera scelta dei genitori. “Per insegnare, infatti, basta sapere, ma per educare è necessario essere”.
La scuola paritaria d’ispirazione cattolica, come dimostra la storia, ha tutti i numeri per essere scuola di vita e di formazione; ha necessità di sostegno e di aiuti finanziari per bloccare le sempre numerose chiusure d’istituti scolastici, un tempo fari luminosi e centri di cultura e di formazione, ora “fari spenti” che diffondono nel territorio le ombre del buio e della paura di un domani senza speranza.
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