In Calabria emergono gravi lacune sulla sicurezza e agibilità statica delle scuole. Interviene sul problema Antonio Marziale, Garante dell’infanzia in Calabria.
Il Dott. Marziale Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria interviene con una sua nota pubblica: “Giungono alla mia attenzione segnalazioni da parte di genitori e personale scolastico ad ogni livello su lacune che, alla vigilia del nuovo anno scolastico, non hanno ancora trovato soluzione e mi riferisco particolarmente a plessi con vetri rotti, bagni non fruibili, giardini letteralmente invasi dall’erba alta e incolta, gradini senza l’antisdrucciolo, muri delle aule sporchi e problemi similari. Le informazioni pervengono, più o meno, da tutto il territorio regionale e pertanto stimolo gli amministratori comunali ed i dirigenti scolastici ad agire sinergicamente per ovviare, quantomeno, a questi lavori di manutenzione ordinaria al fine di garantire agli studenti la frequentazione di ambienti salubri”.
“Secondo recenti dati forniti dal MIUR, nell’ultimo anno in Calabria, regione con il 94% delle scuole privo di agibilità statica, ci sono stati 112 crolli – evidenzia Marziale – e ciò dovrebbe indurre il governo nazionale ad impegnare risorse finanziarie per la costruzione di nuovi plessi, ma i governi locali almeno si impegnino a garantire il minimo indispensabile ai bambini e agli adolescenti che fra qualche giorno ripopoleranno le aule. Certo è – avvisa il Garante – che sin dal primo giorno in poi mi recherò quotidianamente e senza alcun preavviso nei plessi di tutta la regione al fine di verificare se le istanze dei dirigenti scolastici siano state tenute debitamente in considerazione dagli amministratori”.
Per Marziale: “La scuola in Calabria è il baluardo su cui si fonda la speranza di un futuro affrancato dalle logiche criminali e tutti, ciascuno secondo il proprio ruolo, siamo chiamati a tutelare questa istituzione, per questo mi auguro che in questi giorni chi ha sottovalutato fino ad ora gli appelli della scuola si dia una mossa. Non intervenire – conclude il Garante – significa assumersi una responsabilità di non poco conto.
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