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Scuole primarie aperte fino al 30 giugno? Le maestre: “Non siamo babysitter”

Come è noto si è aperto un altro fronte di polemica con la petizione lanciata da una mamma, e inviata alla ministra Giannini, affinché la scuola primaria possa rimanere aperta fino al 30 giugno per consentire a chi lavora di usufruire del servizio dello Stato.

Il settimanale “Donna Moderna” ha fatto allora una piccola indagine, scoprendo ( ma già lo si sapeva) un contrasto abbastanza teso tra mamme e maestre. E se la petizione ha già raggiunto  oltre quattromila adesioni, le maestre alzerebbero barricate: “Non siamo baby sitter – è il refrain – e la scuola non è un parcheggio”.

Dai destinatari dell’istanza – il premier Matteo Renzi, la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e le autorità scolastiche dell’Emilia Romagna – per ora non è arrivato alcun segnale.

“Bisogna che la scuola ci venga incontro. L’ideale sarebbe che fino al 30 giugno, o meglio ancora fino al 15 o al 31 luglio, si facessero solo attività extrascolastiche, senza test né valutazioni. Tanto sport e esperienze all’aria aperta, musica, teatro, riscoperta della natura, visite ai musei… insomma, tutto quello che non si riesce a portare avanti con assiduità negli altri mesi”, dicono le mamme.

 

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Il fronte contro, per Donna Moderna, sembra compatto: “Le maestre non vogliono essere scambiate per baby sitter e le scuole, dicono, non sono posteggi. Le maestre si sentono assillate dalle nostre ansie e dalle nostre preoccupazioni. Noi genitori, è vero, le pressiamo. Ecco, la questione del calendario scolastico potrebbe essere l’occasione per confrontarci. Se imparassimo a parlarci, sarebbe un bene per tutti. La scuola potrebbe ripartire da lì”. La disponibilità dal basso pare esserci. E dall’alto, da chi la scuola la governa, che segnali stanno arrivando? 

Pasquale Almirante

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