Esistono dei proprietari di edifici privi delle chiavi di accesso e dei codici di allarme dei loro immobili? Senza nemmeno le planimetrie e i certificati di valutazione rischi?
Pensavamo di no. Invece, ci siamo dovuti ricredere. A vivere questa situazione sono le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, che dipendono dai Comuni. I quali, però, demandano ai dirigenti scolastici. I quali gestiscono in toto gli istituti scolastici. Chiavi, allarmi e planimetrie comprese.
A denunciarlo, con una lettera inviata al sindaco di Roma, Virginia Raggi, è stata la sezione Lazio dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi e alte professionalità, che fa capo a Mario Rusconi, a seguito delle verifiche della tenuta strutturale delle scuole dopo il sisma del 30 ottobre.
Nel reclamare una nota ufficiale sulle scuole visitate e sugli esiti dei rilievi realizzati dagli ingegneri strutturisti negli istituti romani in questi ultimi giorni (solo alcuni municipi capitolini lo hanno fatto, scrivendo una nota ufficiale ai presidi), Rusconi sottolinea che il Comune “deve poter accedere autonomamente negli edifici e in casi particolari anche in assenza di personale scolastico”.
Invece, a Roma in questi giorni in non poche scuole è accaduto il contrario: poiché non erano reperibili le chiavi di accesso alle scuole da visionare, i rilievi sono stati rimandati. Anche alla mattina del 2 novembre. Con le classi costrette ad entrare più tardi, dopo le verifiche post sisma fatte di prima mattina.
Si è giunti a questo, però, dopo gli strenui tentativi fatti dai dirigenti scolastici nel corso del “ponte” dei Santi, passato rincorrendo collaboratori scolastici e responsabili di plessi, spesso lontani da Roma per via dei quattro giorni di sospensione delle lezioni. Bisognava aprire ai “padroni” di casa: il Comune di Roma.
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Lettera dell’Anp Lazio al sindaco di Roma Virginia Raggi
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