Con sempre maggiore frequenza molti docenti si lamentano del fatto che le scuole si stanno trasformando in “progettifici” che sarebbero utili solo a rimpinguare i portafogli dei “soliti noti”.
La responsabilità di questa deriva viene addossata per lo più al dirigente scolastico.
Ma le cose stanno proprio così?
La questione ci sembra un po’ più complessa.
Intanto va detto che normalmente i progetti di ampliamento dell’offerta formativa fanno parte a tutti gli effetti del PTOF che, come è noto, viene redatto dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio di istituto.
Per quanto ne sappiamo in moltissime scuole anche le iniziative più banali (il nonno che viene in classe a raccontare qualcosa della sua infanzia) vengono inserite nel Piano dell’offerta formativa approvato a inizio di anno scolastico e via via aggiornato.
Anzi, stando alle notizie e alle richieste di informazioni che arrivano alla nostra redazione, l’uso di etichettare tutto come progetto da far approvare agli organi collegiali è persino eccessivo: ormai persino attività normalissime che erano la pratica quotidiana di grandi maestri come Mario Lodi o Albino Bernardini stanno diventando materia da organi collegiali.
E’ molto curioso, quindi, che ci siano docenti che addossano al dirigente scolastico la responsabilità della attivazione dei progetti che invece sono, secondo la normativa, una delle tipiche manifestazion della autonomia didattica e organizzativa delle scuole.
Certamente i dirigenti scolastici hanno responsabilità importanti nella scuola, ma gli organi collegiali restano pur sempre gli organi di governo delle scuole: se un progetto presentato dal dirigente scolastico non piace o è considerato inutile è sufficiente evitare di inserirlo nel PTOF e non approvarlo.