Riuscire a fare quello che non è riuscito a nessuno: aprire le scuole il pomeriggio. Il progetto è di Roberto Gualtieri, ex ministro dell’Economia, candidato del centrosinistra a sindaco di Roma (si vota in autunno e l’attuale prima cittadina Virginia Raggi, del M5s, punta alla conferma). Intervistato dall’Ansa, il democratico ha prospettato un modello di città, quella capitolina, da realizzare a misura d’uomo, con servizi a disposizione dei cittadini. Tra questi vi è la scuola, pensando alle nuove generazioni.
Le scuole come “luoghi vissuti”
“Bisogna estendere il tempo pieno e tenere le scuole aperte anche il pomeriggio“, ha detto Gualtieri. Secondo l’ex ministro “scuole, palestre scolastiche, aule magne” dovrebbero “trasformarsi in luoghi vissuti, messe in rete tra loro e sul web per ospitare in orario extrascolastico eventi, laboratori, coworking, progetti educativi e sociali”.
Ma come fare tutto questo? Per realizzare un piano per la riorganizzazione scolastica, secondo il candidato del Pd, serve “un dipartimento che programmi la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole”.
Chi finanzia? Chi frequenta?
Tempo pieno a parte, che è di competenza del ministero dell’Istruzione, nessun riferimento, almeno per ora, è stato fatto da Gualtieri ai finanziamenti del progetto, se non una generica citazione del Recovery Plan.
Ma, soprattutto, chi dovrebbe operare all’interno delle scuole il pomeriggio? L’interesse non certo alto per la frequenza della Piano Scuola d’Estate dovrebbe porre più di un dubbio. A questo proposito, sarebbe il caso di capire se i giovani romani siano effettivamente attratti da un progetto di permanenza a scuola oltre le ore curricolari. Dei “dettagli” non certo di poco conto.