Nato a Lucca dall’intuizione pedagogica di Marco Orsi nei primissimi anni 2000 e sostenuto dalla Regione Toscana, il progetto “Scuola senza Zaino” avrebbe già contagiato più di cento gli istituti.
Si tratta di un vero e proprio metodo di insegnamento fondato su tre principi chiave: responsabilità, comunità e ospitalità. Niente cattedra, nè libri di testi tradizionali da portare in spalla giorno dopo giorno, perché l’apprendimento è anche fatto di relazioni, di ambienti ospitali e di flessibilità.
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Nelle scuole senza zaino, si legge sul Sole 24 Ore, i banchi sono isole dove gruppi di alunni si incontrano per risolvere insieme problemi, i libri sono spesso sostituiti da materiali prodotti in classe dagli stessi allievi insieme agli insegnanti che non siedono in cattedra ma tra i bambini. Le classi sono fornite di schedari, computer, giochi, enciclopedie, libri, strumenti didattici, tavoli, angoli, pedane, mobili a giorno, archivi, pannellature, le attività sono organizzate come in un ufficio efficiente dove il sapere è condiviso e non imposto dall’alto di una cattedra. Il modello Senza Zaino viene applicato in oltre 160 scuole in tutta Italia
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