Le risorse destinate all’assistenza e manutenzione degli edifici dove sono collocate le scuole superiori sono sempre più limitate. Al punto che il 9 maggio il presidente dell’Unione province italiane, Antonio Saitta, ha lanciato l’allarme: se la situazione rimane quella attuale, con il nuovo anno scolastico, il 2013/14, l’apertura delle scuole sarà a rischio.
In particolare, secondo il rappresentante dell’Upi “molti istituti non potranno inaugurare nel prossimo autunno le attività a causa del patto di stabilità e dei tagli imposti dalla spending review”. L’allarme non è generico, solo per sollecitare il Governo, ma supportata da dati concreti: da una rilevazione effettuata dalle stesse province riguardante il piano programmatico delle opere scolastiche, gli enti nel 2013 avevano definito gli impegni di spesa per gli investimenti nelle scuole pari a 727,9 milioni di euro.
Ebbene, “a causa dei tagli imposti e degli obiettivi del patto di stabilità, che – ha sottolineato il presidente dell’Upi Antonio Saitta – stanno azzerando la capacità di programmazione in opere e infrastrutture, le province sono state costrette a ridurre gli impegni di 513,2 milioni di euro”.
Pertanto, ha concluso il presidente dell’Upi, “potranno essere realizzate nel corso di quest’anno opere per un ammontare complessivo di soli 212 milioni di euro”. Quindi, solo un terzo delle spese programmate per le opere in programma nelle scuole superiori potrà essere assolto. Se il neo ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, vorrà mantenere l’impegno sugli investimenti a favore dell’edilizia scolastica, farà bene a verificare sin da subito la consistenza dell’allarme dell’Upi.