Sempre meno studenti si iscrivono agli Istituti Professionali italiani: ormai siamo da anni assestati sotto il 15% di studenti iscritti, sul totale, provenienti dalle medie, e ogni anno la percentuale di preferenze scende. A farla da padroni sono sempre più i Licei (in particolare quelli senza il latino), che raccolgono ben oltre il 50% di iscrizioni, e gli Istituti tecnici, che hanno superato il 30%.
Gli incerti ne tengano conto
Eppure, in linea col recente passato, questi corsi di studio portano ancora in alta percentuale dritti al lavoro: è una dato importante, che arriva ad una manciata di giorni dal termine delle iscrizioni al primo anno (quindi anche delle superiori) fissato al 31 gennaio prossimo e che molti studenti e famiglie anche indecise su quale percorso intraprendere, dovrebbero prendere in considerazione.
Dalle anticipazioni dei dati sull’inserimento dei diplomati nel mondo del lavoro, relativamente agli anni scolastici 2013/14, 2014/15 e 2015/16 risulta che circa il 60% degli studenti provenienti dagli Istituti Professionali italiani risulta occupato nei due anni successivi al conseguimento del titolo di studio.
Lo studio va preso in seria considerazione, perché riguarda ben 1.317.700 diplomati alla maturità nelle scuole superiori Professionali, negli anni indicati.
Portano più lavoro dei Tecnici
Osservando i diplomati per percorso di studi, circa il 60% degli studenti di indirizzi Professionali ha attivato un contratto, a fronte di circa il 50% dei diplomati degli indirizzi Tecnici e di circa il 22% dei diplomati nei Licei (anche se per correttezza va detto che la maggior parte nemmeno lo cerca, perchè sceglie di proseguire gli studi).
Il tipo di contratto maggiormente utilizzato, per quasi il 50% degli studenti che hanno conseguito la maturità professionale, è quello a tempo determinato.
Prevale largamente il settore occupazionale dei Servizi (oltre il 75% in tutti gli anni considerati), seguito da Industria (19,3%; 18,6%; 19,2%) e Agricoltura (5,3%; 5,2%; 4,8%).
Il 28,8% dei diplomati nei tre anni scolastici ha ottenuto il primo contratto entro una fascia di tempo da tre a sei mesi dal conseguimento del titolo di studio; il 12,4% ha trovato un posto in meno di un mese; il 14,5% ha atteso più di un anno.
La riforma dei Professionali
Intanto, proprio quest’anno, il Miur ha di recente varato la riforma degli istituti Professionali, tentativo estremo per rilanciare un settore delle superiori in evidente crisi: maggiore flessibilità, con i Collegi dei docenti che decidono in autonomia a quali discipline assegnare una bella fetta di ore, e più ore di laboratorio caratterizzano i percorsi di studio rinnovati.
Nel rinnovato biennio iniziale, viene completato l’obbligo scolastico, che può essere anche assolto nei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) di competenza delle regioni o nei percorsi di apprendistato.
Il triennio finale (dove si svolgono in tutto 210 ore di PCTO, ex Asl, più dei Tecnici e molte più dei Licei) è invece suddiviso in terzo, quarto e quinto anno, ed è strutturato in modo da portare al consolidamento e al progressivo innalzamento dei livelli acquisiti nel biennio per un rapido ingresso nel mondo del lavoro.