Con una puntualità quasi scientifica, in corrispondenza di ogni cambio di Governo, si torna a parlare di anagrafe dell’edilizia scolastica.
Il punto della situazione è stato fatto l’8 ottobre al Miur, nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del ministro Lorenzo Fioramonti.
Sono circa 40 mila gli edifici scolastici monitorati nell’ambito dell’accordo siglato – lo scorso gennaio – tra il Miur, l’Agenzia spaziale italiana e il Consiglio nazionale delle ricerche e con l’Istituto nazionale di fisica nucleare per una rilevazione satellitare delle deformazioni degli edifici pubblici a uso scolastico censiti nell’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica.
Dall’anagrafe dell’edilizia scolastica emerge che gli edifici ‘attivi’ sono per l’esattezza 40.160, mentre quelli inattivi sono 3.042 e gli inattivi per calamità risultano 34.
I numeri dell’edilizia scolastica sono contenuti nel portale internet del ministero dell’Istruzione creato ad hoc: nel portale è stato inserito un “cruscotto” con i numeri aggiornati sull’edilizia scolastica.
Per quanto riguarda il periodo di costruzione, circa il 40% degli edifici scolastici – 15.439 – è stato edificato dal 1976 in poi, ma ce ne sono anche 582 che risalgono a prima del 1800, 944 costruiti tra il 1800 e il 1920, 3.099 tra il 1921 e il 1945, ben 11.969 tra il 1961 e il 1975.
La maggior parte degli edifici, oltre 21 mila, non hanno certificato di agibilità che hanno invece 15.689; molti sono anche gli edifici scolastici che non hanno fornito l’informazione.
Anche sul fronte della prevenzione degli incendi, solo 9.824 edifici hanno la certificazione adeguata, ben 23.799 non la hanno.
“Al momento del mio insediamento – ha spiegato il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti – mi sono reso conto che la situazione degli edifici scolastici era precaria, per questo abbiamo pensato di accelerare la nuova anagrafe e un portale, per mandare un messaggio di trasparenza e di condivisione dei dati”.
“Ho convocato per questo l’Osservatorio dell’edilizia scolastica a cui partecipano da anni alcune realtà associative. Ci sembrava importante avere una base complessiva di oltre 40 mila edifici su cui iniziare un ragionamento per un monitoraggio millimetrico e costante”.
Il ministro ha detto che l’intenzione è quella di “migliorare la capacità di monitoraggio e avviare interventi tempestivi: vogliamo monitorare i movimenti millimetrici in modo che gli interventi possano essere puntuali e comunque prevenire danni a persone e cose”.
“Purtroppo – ha continuato Fioramonti – le condizioni di difficoltà e degrado sono ancora troppo diffuse e in alcuni contesti addirittura aggravate, con rischi potenziali per molte persone. Quello che serve è un raccordo più efficace tra l’amministrazione, il governo e coloro che sono responsabili delle infrastrutture scolastiche, ovvero gli enti locali, e fare in modo che si possa intervenire in maniera tempestiva. Purtroppo negli anni molti enti locali non sono stati in grado di svolgere bandi e gare per portare avanti i lavori di messa in sicurezza e oggi questo è un problema”.
“Vogliamo fare un ottimo monitoraggio- ha concluso Fioramonti – per prevenire i danni e accelerare il più possibile la fase di messa in sicurezza anche attraverso due cose concrete come la costituzione di una task force del ministero a supporto degli enti locali e il monitoraggio costante”.
“Questo è un progetto – ha spiegato il viceministro all’Istruzione Anna Ascani, con delega all’edilizia scolastica – nato qualche mese fa che noi ci troviamo ad ereditare e incrementare. Questa mappatura è diversa dal passato in termini di precisione; incrociando questi dati con altri che abbiamo avremo una Anagrafe dell’edilizia scolastica sempre più completa e leggibile: i dati disponibili sono tanti ma erano difficilmente leggibili dal cittadino”.
“L’obiettivo – ha continuato Ascani – è mettere in rete tutte le informazioni sull’edificio scolastico con una operazione sinergica. Attiveremo una task force per assumerci le competenze degli enti locali inadempienti laddove gli interventi si blocchino. Presentiamo il tentativo di fare sinergia per essere sempre più efficaci negli interventi, vogliamo rendere sicuro e più bello e sostenibile il nostro patrimonio scolastico”
Giorgio Saccoccia, presidente dell’Asi presidente dell’Agenzia spaziale italiana ha spiegato che “con i satelliti in orbita si guarda con un occhio non naturale il territorio. I satelliti hanno punti di riferimento su ogni edificio la cui posizione viene monitorata nel corso del tempo, ad ogni passaggio dei satelliti. Riusciamo a seguire sia gli spostamenti che la loro velocità, pronti a cogliere eventuali anomalie”.
“La ricerca indaga la natura in modo pluridisciplinare: dai cambiamenti climatici ai terremoti – ha spiegato Massimo Inguscio, presidente del Cnr – quello di cui si parla oggi è uno splendido esempio di sinergia tra chi sa fornire i dati e i ricercatori che fanno uno screening”.
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