Il Presidente dell’Anp Lazio, Mario Rusconi, intervistato dalla Tecnica della Scuola, interviene commentare le stime prodotte da Tuttoscuola, secondo cui oltre 6 milioni di alunni potrebbero essere portati in DaD a seguito delle disposizioni del nuovo Dpcm del Governo Draghi, per il quale in zona rossa (o comunque in territori con un contagio che supera i 250 positivi su 100 mila abitanti) si sospende la didattica in presenza.
Le regioni interessate da una chiusura totale sarebbero, secondo Tuttoscuola: la Lombardia con 1.401.813 alunni in DaD, la Campania con 944.993, l’Emilia Romagna con 620.423, la Puglia con 585.344, il Piemonte con 573.231, la Toscana con 504.616, le Marche con 212.161, la Liguria con 189.785, il Friuli con 156.003 e l’Umbria con 119.177. Più parte del Lazio e molti comuni.
Presidente, come commenta queste cifre?
“Sono cifre pesanti, panoramiche catastrofiche, se si pensa che in totale gli alunni nel nostro Paese sono poco più di otto milioni. Non è detto che in tutti i territori citati dalla rivista si debba finire in zona rossa. Molte delle zone indicate come rosse per il momento sono arancioni.”
“O comunque probabilmente hanno stimato che si superi con molta facilità la quota dei 250 positivi su 100 mila abitanti, che rappresenta nel Dpcm del 2 marzo 2021 lo spartiacque tra didattica in presenza e didattica a distanza.”
Numeri quindi che non dovrebbero realizzarsi, si spera, dato che prefigurano quasi ovunque il peggiore degli scenari, è così?
“Speriamo di no. Ma il vero problema è un altro. Al di là dei numeri, il vero problema sono le condizioni a cui il Governo impone il ricorso alla DaD, senza certezze sul fronte delle infrastrutture e delle connessioni di rete.”
Insomma, il Governo ho prodotto una stretta sulla scuola senza peraltro agire sull’efficientamento delle tecnologie e delle connessioni?
“Diciamo che la didattica a distanza porta con sé delle criticità che non sono ancora state risolte e sulla quali l’Anp ha sollecitato più volte le istituzioni, mettendo in luce le estreme difficoltà legate a particolari condizioni. Noi abbiamo chiesto alle città metropolitane, alle province e ai comuni di fornirci i dati sulle connessioni e le informazioni circa cosa sia stato fatto per migliorare la copertura del territorio a livello di rete informatica.”
Ma il punto, per il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi della Regione Lazio, è che: “se anche a scuola avessimo delle connessioni ultra efficienti, laddove i nostri ragazzi, nelle zone periferiche, non avessero una buona connessione, verrebbero comunque tagliati fuori dalla DaD. E lo stesso destino tocca ai bambini di prima e seconda elementare o ai disabili, che non possono ricorrere alla DaD.”
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