Si discute ancora del caso di Antonio Scurati e del suo discorso sul 25 aprile e il fascismo “censurato” dalla Rai che ha annullato improvvisamente la sua ospitata nel programma di Serena Bortone “Che sarà“ prevista per lo scorso 20 aprile.
I ragazzi membri dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti Medi hanno organizzato una lettura del testo nelle aule, all’Università Federico II di Napoli e in una scuola di Padova per ribadire il proprio dissenso con un servizio pubblico televisivo da loro giudicato come “megafono” del Governo che non si professa apertamente antifascista.
“Il contrasto alla censura e alla repressione deve ripartire dai luoghi del sapere. Non accettiamo – ha dichiarato Camilla Piredda, coordinatrice nazionale UDU – che la televisione pubblica diventi un megafono del Governo. Come studentesse e studenti abbiamo scelto di ridare quella voce che a Scurati è stata tolta, ripartendo dalle aule delle scuole e delle università. L’antifascismo è uno dei punti cardine della nostra Costituzione, della nostra storia, e un Governo che prova ad oscurarlo non ci rappresenta”.
“Oggi abbiamo fatto sentire la nostra voce, leggendo il monologo di Scurati nelle scuole e nelle università. Sono gli spazi che viviamo e che contaminiamo quotidianamente, e sono i primi luoghi da tutelare, in cui far vivere la coscienza critica. Se la politica impedisce alla Rai di essere libera e plurale, troveranno la nostra opposizione e porteremo la voce dell’antifascismo nei luoghi di sapore” aggiunge Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi.
La Rai ha risposto alle accuse di censura avanzate dalla stessa conduttrice dicendo che il motivo della cancellazione dell’ospitata è stato puramente economico e non legato ai contenuti dell’intervento, molto critico verso il Governo. Alla fine l’intervento è stato letto da Bortone in diretta, pubblicato dalla stessa premier per rispondere a chi l’ha accusata di star creando un vero e proprio regime usando la televisione di Stato.
A questo proposito il docente e scrittore Enrico Galiano ha scritto sarcasticamente sul suo profilo Facebook: “Oooh che buon profumo di primavera! La sentite anche voi questa frizzante aria da 1924?”, parole che si riferiscono ovviamente al ventennio fascista e in particolare all’anno in cui è stato assassinato dalle camicie nere Giacomo Matteotti.
Il testo è stato letto in diretta sabato scorso anche da Massimo Gramellini e Roberto Vecchioni all’interno del programma “In Altre Parole” su La7. “Il mondo della cultura si sta mobilitando per diffonderlo e noi abbiamo voluto aderire anche per dimostrare quanto sia stupida la censura il cui unico effetto è quello di moltiplicare gli antidoti”, queste le parole del conduttore e giornalista.
Perché Meloni non afferma di essere antifascista? Ecco l’opinione di Vecchioni: “Non capisco, la ritengo intelligente. Sono sicuro che non è fascista come quei fascisti là. Basta dirlo”.
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