La Legge 107/2015, conosciuta come “Buona scuola” che doveva porre rimedio all’abuso e alla reiterazione dei contratti a termine si è ritorta contro i “precari storici” che da decenni insegnano nelle rispettive province e regioni.
Il 2 settembre 2015 c’è stato un brusco risveglio per 8.532 docenti, quasi tutti meridionali, che si sono visti catapultare da un algoritmo dal Tevere al Tagliamento, pur avendo espresso delle chiare preferenze territoriali e professionali.
Circa 6.000 di noi sono stati assunti su posto di sostegno, addirittura su un grado di istruzione inferiore a quello d’inserimento decennale in graduatoria (per intenderci dalle superiori alle medie).
Il Miur non ha mai pubblicato una graduatoria nazionale che consentisse di verificare la trasparenza delle operazioni effettuate.
Il Ministro ha avuto una “strana fretta” di coprire i “posti disponibili e vacanti” a livello nazionale, sottolineo strana dal momento che, se ci fosse stata veramente questa urgenza, la Legge 107/2015, con il comma 99, non avrebbe permesso di differire la presa di servizio ai docenti neoassunti ossia di continuare, ancora per un anno, ad insegnare nella propria provincia. E questa è stata una prima beffa poiché chi ha differito per continuare a svolgere il proprio insegnamento sulla disciplina alle superiori ed è stato assunto su posto di sostegno alle scuole medie, non può svolgere l’anno di prova e formazione, in base ad una nota emanata il 5 novembre 2015, vale a dire, due mesi dopo il differimento.
Naturalmente non è tutto!
Le iniquità del ministro Giannini continuano perché a due mesi dalla nostra assunzione in fase B, e tengo a precisare che i docenti di fase B sono coloro che hanno sempre lavorato con incarichi annuali e non con supplenze brevi o saltuarie, e che ricoprivano quindi i primi posti delle rispettive graduatorie provinciali, ecco il miracolo renziano o, se preferiamo, “landinesco”: vengono creati, a livello provinciale, tantissimi posti ad hoc non in base alle richieste delle istituzioni scolastiche, ma in base alle classi di concorso delle domande di assunzione non ancora soddisfatte (addirittura classi di concorso in esubero come diritto), posti che nella precedente fase non erano contemplati, pur esistendo già da luglio, nella legge stessa, una tabella con la ripartizione dei posti del c.d. “organico di potenziamento”. In questa fase, detta fase C, è stato assunto nella prima provincia indicata, quindi “a casa propria”, chi ha un punteggio nettamente inferiore a noi di fase B, chi non ha mai insegnato e aggiornava semplicemente l’inclusione nelle graduatorie (lo si può vedere dai punteggi bassissimi), chi non ha il titolo di specializzazione sul sostegno.
In Italia la meritocrazia viene capovolta, mai avremmo pensato che possedere un titolo in più e non in meno, avrebbe costituito un biglietto di sola andata per il Nord e non un arricchimento professionale.
Perché il Governo non ha unito le due fasi durante l’assunzione?
Non c’era questa urgenza di coprire le cattedre vacanti dal momento che il differimento della presa di servizio era autorizzato dalla Legge 107/2015.
Perché rendere nazionale la fase B e assumervi i primi delle Graduatorie, mentre la fase C è stata resa provinciale?
L’iniquità è proprio questa: le graduatorie, la meritocrazia non sono state rispettate: i primi assunti fuori regione, gli “ultimi” in provincia e sulle discipline o sui posti di sostegno sui quali abbiamo sempre insegnato noi di fase B.
Non possiamo tornare a casa perché il Miur non ha ottemperato alla sua stessa legislazione scolastica, in particolare al comma 65 della Buona Scuola che prevede di potenziare l’organico di sostegno con un insegnante per ogni alunno diversamente abile (in questo modo sarebbe stata garantita la tutela e il diritto allo studio dell’alunno stesso) e allo stesso tempo ci nega una mobilità straordinaria professionale, (straordinaria com’ è stata l’assunzione) prevista tra marzo e maggio, a cui poter partecipare con tutte le abilitazioni da noi possedute.
Il Miur adesso vuol unire le fasi B e C, ma a cosa serve se noi non possiamo rivendicare i nostri diritti anche su posto comune?
Recentemente è stato bandito un concorso per circa 63.000 posti…. Perché non darli a noi quei posti nelle nostre Regioni?
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Avere titoli ci ha “penalizzati” portandoci lontano dalle nostre famiglie con 1300 euro al mese, costretti a sostenere un altro affitto che non consente nemmeno di mettere da parte i soldi del viaggio per tornare a casa e riabbracciare i propri affetti.
Siamo gli 8.532 docenti di “serie B”, dimenticati anche dai sindacati perché “non facciamo numero”…
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