Il popolo dei contrari a tagli e riforme non è mai domo: dopo gli scioperi della fame, le manifestazioni, normali e plateali, i sit-in, le occupazioni e le recenti minacce di disertare gli scrutini, ora ci provano con la petizione. Non generica, contro i tagli e le riforme imposte dal Governo: la contestazione, nero su bianco, si attua contro l’aumento degli alunni per classe. Ad organizzarla il Coordinamento insegnanti delle scuole superiori di Modena “La Politeia” che, al termine della raccolta firme (di “insegnanti, genitori, alunni, e ogni libero cittadino”), spedirà il documento di protesta alla Corte Costituzionale e alle commissioni Cultura di Camera e Senato. Gli interessati ad aderire non dovranno fare altro che collegarsi con il sito internet http://www.politeia.emr.it/petizione_contro_classi_affollate/ e compilare i “campi” digitali.
Caposaldo dell’iniziativa è il rigetto del numero di studenti che potranno essere messi nella stessa aula a partire dal prossimo settembre: “alle superiori – sottolineano i docenti emiliani – le classi iniziali devono avere un numero minimo di 27 alunni e poi i resti vengono distribuiti fino a 30, ma in sede di organico di fatto si potrà pure arrivare a 33. Sono numeri – commentano i docenti – che peggioreranno la qualità del servizio e faranno andare le aule scolastiche ed i laboratori fuori norma: sia in riferimento agli indici minimi di funzionalità didattica (D.M. 18 dicembre 1975 – Norme tecniche per l’edilizia Scolastica) che stabilisce i parametri spaziali minimi a disposizione di ogni persona presente nei locali scolastici (1,80 metri quadri netti per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado; 1,96 metri quadri netti per le scuole secondarie di II grado), sia per la prevenzione incendi (D.M. 26 agosto 1992 – Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica)” che al “punto 5 (Affollamento) stabilisce il limite massimo di persone presenti in un’aula nel numero di 26)“.
I promotori dell’iniziativa sono inoltre convinti che l’eccessivo numero di allievi per classe inficerà anche la qualità dell’offerta formativa, che “potrebbe risultare inevitabilmente compromessa“: l’applicazione dei nuovi parametri potrebbe produrre “dispersione scolastica, soprattutto nelle classi iniziali i margini di intervento da parte degli insegnanti nei confronti di studenti con difficoltà di approccio a determinate discipline risultano sottoposti a fortissime limitazioni“.
L’eccessivo numero di allievi per aula comprometterebbe, inoltre, gli “interventi individualizzati“, la cui attuazione verrebbe“fortemente limitata” dall’impossibilità “da parte del corpo docente di elaborare percorsi formativi finalizzati all’ottimizzazione del profitto scolastico e allo sviluppo delle potenzialità individuali“.
Ciò produrrebbe, sempre per il coordinamento delle scuole superiori di Modena, maggiore “discontinuità didattica” ma anche “disgregazione del gruppo classe nel caso di accorpamento di classi intermedie“. E più problematica diventerebbe anche “l’organizzazione delle uscite didattiche“.
Nel documento, i docenti richiamano anche “l’attenzione sulle responsabilità civili e penali che potrebbero discendere sulla dirigenza scolastica qualora detta normativa fosse applicata a scapito della disciplina costituzionalmente garantita sulla sicurezza e sulla prevenzione nei plessi scolastici“. Un messaggio, quest’ultimo che giunge a coloro che, proprio in questi giorni, facenti parte dei consigli d’istituto delle scuole si stanno riunendo per discutere, tra le altre cose, proprio dei criteri per la formazione delle classi: secondo il coordinamento modenese il dirigente scolastico e il consiglio d’istituto avrebbero quindi “il compito e il dovere di verificare caso per caso, aula per aula, se sia possibile l’applicazione legittima delle normative inerente all’innalzamento del numero degli alunni per classe. In caso di inadempienza – si legge nel testo della petizione – , essi stessi potrebbero essere responsabili della gravissima violazione delle norme sulla sicurezza e sulla prevenzione“.