Il 4 dicembre è considerato come un orizzonte dai confini politici incerti. Se vincesse il No, e Renzi facesse un passo indietro, per la scuola quali novità ci potrebbero essere?
Non è escluso che se ci fossero elezioni anticipate possa vincere il Movimento 5 Stelle, per tale ragione abbiamo chiesto alla deputata Silvia Chimienti, responsabile scuola del M5S, quali sarebbero i primi 3 provvedimenti per porre rimedio alle grandi polemiche provocate dalla legge 107/2015.
I primi tre provvedimenti per iniziare a porre rimedio al disastro generato dalla legge 107 dovrebbero essere i seguenti:
– abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali e contestuale ripristino della titolarità su cattedra e del sistema, più trasparente e meritocratico, delle graduatorie;
– piano assunzionale del personale ATA precario dimenticato dalla legge 107, con contestuale abrogazione del divieto di nomina dei supplenti dei collaboratori scolastici entro sette giorni (previsto dalla legge di stabilità 2015 ed estremamente dannoso per il buon funzionamento delle scuole);
– sul fronte dei docenti sarebbero diversi i provvedimenti urgentissimi: abrogazione del vincolo dei 36 mesi per la stipula dei contratti a termine dei docenti precari, abrogazione del limite del 10% di idonei del concorso 2016, piano assunzionale per la scuola dell’infanzia (tramite un potenziamento efficace che diminuisca il numero massimo di alunni per classe). Infine, studio e messa a punto di una fase transitoria per l’assunzione dei docenti ancora rimasti nelle GAE e ingannati dall’emendamento Puglisi e dei docenti della seconda fascia delle graduatorie d’istituto, con contestuale censimento della terza fascia per conoscere quanti abbiano maturato i 36 mesi di servizio a seguito dell’attivazione dei PAS e del secondo ciclo di TFA. Ovviamente, blocco dei percorsi abilitanti e messa a punto del nuovo sistema di corso-concorso per tutti i neolaureati.