Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, in una nota scrive: “Apprendiamo a mezzo stampa che nel decreto legge e nella legge delega per l’attuazione de La Buona Scuola si prevederà la somministrazione in tutti gli istituti di un questionario-pagella che gli studenti saranno chiamati a compilare per valutare i docenti affinché il nucleo di valutazione della scuola, in cui sarà presente anche un rappresentante della componente studentesca, possa esprimersi sugli scatti di carriera degli insegnanti”
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“Nonostante lo studente rappresentante non si esprimerà sugli scatti stipendiali ma solo sulla stabilizzazione del neo-docente, non accettiamo che la rivendicazione storica del movimento studentesco di una valutazione dei docenti da parte degli studenti, pensata per consentire a questi ultimi di potersi esprimere sulla didattica e sull’effettiva qualità del processo formativo e per poter quindi contribuire attivamente al miglioramento complessivo della realtà scolastica, venga utilizzata strumentalmente dal Governo per alimentare una guerra tra poveri all’interno delle nostre scuole e continuare a produrre classifiche degli istituti e del personale”
“Nel corso dell’autunno caldo abbiamo invaso centinaia di piazze per rivendicare un maggiore protagonismo all’interno delle nostre scuole. Non abbiamo bisogno di una patina di democraticità, di contentini o di poltrone da occupare in organi non paritetici e pensati per legittimare la premialità e la competitività.”
“Commissioni paritetiche per redigere il Pof e individuare i criteri valutativi, organi collegiali che favoriscano la partecipazione studentesca e lo strumento del referendum studentesco devono essere istituiti e introdotti prioritariamente negli istituti. Gli studenti devono poter sollevare contraddizioni, far emergere problematicità in maniera individuale affinché anche il docente possa fare autocritica sul proprio insegnamento e modellarlo per non lasciare nessuno indietro. Questa valutazione non deve avvenire come quella finale tramite voto, ma deve consistere in un lavoro individuale tra docente e studente capace di costruire un altro modello di vivere la scuola in termini relazionali. Il nucleo di valutazione della scuola non si esprima circa l’apprendimento e l’offerta formativa, ma sull’abbandono scolastico, i servizi interni alla scuola, il rapporto studenti/docenti, il rapporto non ammessi/popolazione scolastica per slegare la valutazione da fini punitivi o premiali e per metterla al servizio del miglioramento effettivo delle condizioni di chi vive la scuola ogni giorno.”
“Positiva l’attenzione che è stata riservata allo “Statuto delle studentesse e degli studenti in stage”, alle competenze di cittadinanza e alla legge nazionale per il diritto allo studio, tutte rivendicazioni che hanno da sempre animato la nostra associazione.”
“Faremo pressione affinché queste proposte non rimangano slogan ma si concretizzino mediante l’istituzione di un fondo perequativo statale che garantisca un’uniforme erogazione di servizi e prestazioni sul diritto allo studio a livello regionale. Chiediamo che venga altresì calendarizzata al più presto la discussione della legge nazionale già depositata in Parlamento e sia previsto un tavolo di confronto con le associazioni studentesche.”
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