La passione per la scrittura sembra non appartenere più alle nuove generazioni, come sostiene la ricerca promossa dal National Literacy Trust, associazione di volontariato che si occupa del rilancio della letteratura a tutti i livelli.
All’indagine, riporta Il Corriere della Sera, hanno partecipato oltre 32mila ragazzi tra gli 8 e i 18 anni, che hanno confessato un disinteresse per la scrittura. Meno della metà di loro prova piacere nello scrivere e la percentuale scende al 20 per cento se gli si chiede se hanno l’abitudine di mettere per iscritto pensieri, storie o idee al di fuori dagli obblighi scolastici. Uno su due spiega poi che, se scrive, lo fa per via tecnologica, con messaggi o testi oppure email, mentre il numero di ragazzi e adolescenti che inventano poesie, con buona pace della Woolf, è crollato al 24 per cento. Percentuali in picchiata anche rispetto agli anni scorsi, che lasciano un po’ di amaro in bocca.
Analizzando le informazioni in profondità, emerge anche che i bambini più piccoli scrivono di più e lo fanno con maggiore soddisfazione mentre man mano che gli anni passano e, forse, l’interazione con i mezzi virtuali aumenta, carta e penna rimangono abbandonati sulla scrivania.
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Come cambiare tendenza? Alcune ricette, si legge sul Corriere della Sera, ci sarebbero, come la drammatizzazione inventando con gli allievi come scrivere le azioni che avvengono al suo interno, immaginando le singole fasi come se fossero le diverse scene di un dramma.
Ma anche i giornali, da leggere in classe, partendo dal racconto di un bambino che fugge di casa, l’insegnante spinge gli allievi a pensare perché l’abbia fatto, quali siano gli eventi successivi, le sensazioni che si provano, le cose che si pensano e dicono. Ogni situazione viene prima discussa e poi scritta dagli allievi in modo diverso, secondo il loro stile, mettendo in comune le idee. In questo modo si ottengono due vantaggi. Da un lato la scrittura non è un esercizio noioso o un compito ma una forma di invenzione che asseconda la creatività individuale, dall’altro gli alunni conquistano maggiore autostima, perché si sentono spinti a dire la loro anche se non sono i primi della classe e poi vedono le loro idee diventare uno spunto per gli altri.
Creare situazioni, piccole storie e piccoli spezzoni teatrali diventa un modo per renderli più sicuri. Recitare in classe le parti della storia che si è scritta aiuta, poi, a renderla viva ed è divertente. I bambini scoprono che scrivere può essere un piacere e, secondo gli esperti, lo ricordano anche nel momento in cui sono chiamati a svolgere un tema per il lavoro in classe o, nella migliore delle ipotesi, le pagine di un romanzo destinato a passare alla Storia.
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