Caro Presidente Draghi,
sono un dirigente scolastico di scuola superiore del Veneto e Le scrivo perché ho a cuore la scuola, che conosco dal di dentro.
In questi giorni è ripresa la discussione su come far riprendere le lezioni a settembre in sicurezza ed in presenza.
E spesso si ferma o si impantana sulla questione dei vaccini, da somministrare a studenti e a docenti e non.
Ieri l’altro INVALSI ha fatto sapere gli esiti funesti delle scuole superiori, per le quali la DAD ha fatto regredire i risultati, in italiano e matematica soprattutto, a livelli di terza media per una percentuale aumentata e cospicua di studenti.
In sostanza INVALSI ha decretato per tabulas la inefficacia della didattica a distanza.
Due anni fa, 2019/20, il Covid ha tenuto a casa i ragazzi da marzo fino al termine delle lezioni e tutti furono promossi ex lege.
Nell’anno ormai concluso, 2020/21, teoricamente si è potuto bocciare, ma tenendo in debita considerazione la situazione Covid.
Ricci, dell’INVALSI, lo ha certificato indirettamente e ha chiaramente detto che la DAD non può più essere.
E’ proprio cosi.
Ma basta vacui proclami e ovvie dichiarazioni di intenti.
Chi deve decidere, decida in favore dei ragazzi: la scuola deve tornare in presenza. E non basta più soltanto pensarlo o dirlo.
Pensi, Presidente, a cosa è successo quest’anno scolastico al rientro dopo Pasqua.
Era stato appena emanato il DL 52/2021, che all’art. 3, prevedeva nelle zone gialle o arancioni la ripresa della didattica in presenza, dal 26 aprile e fino alla fine delle lezioni, per almeno il 70% e fino al 100% degli studenti, demandando tale flessibilità nella percentuale all’ autonomia organizzativa delle singole scuole.
Invece, di fatto, in Veneto ad esempio, nelle Province dove io ho diretto due scuole, a Padova e Vicenza, tanto non è accaduto. In quelle Province, infatti, i cd tavoli di coordinamento delle Prefetture hanno condizionato il rientro in presenza al sistema dei trasporti, urbani ed extraurbani.
Ne è conseguito che, a causa della incapienza o incapacità del sistema combinato dei trasporti che non poteva garantire percentuali maggiori, il 70% minimo previsto dal DL 52 del 70% di fatto è divenuto purtroppo il massimo, non superabile. Incredibile, ma vero!.
Così si è reso vano il disposto del DL 52. Inutile la capacità organizzativa delle singole scuole.
Invertito il rapporto di servizio fra trasporti e istruzione: mentre i trasporti dovrebbero condizionarsi alle scuole, di fatto le scuole hanno dovuto adeguarsi alla insufficienza dei trasporti!!!
Ora, Presidente, per non essere facile e cattivo profeta, affinchè ancora una volta i trasporti non costituiscano un ostacolo insormontabile alla ripresa della didattica in presenza non ci si concentri solo sui vaccini, sull’obbligo dei vaccini, sul green pass, eccetera.
Se i trasporti non ci saranno si sta discutendo di niente!
Buon lavoro, Presidente.
Giuseppe Sozzo
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