Categorie: Alunni

Se il bambino lascia la scuola la causa è nel disagio familiare

Ha in media 35 anni, fa parte del ceto medio basso, con al massimo una licenza di scuola media e con un alto disagio familiare. E’ questo il profilo del genitore ‘tipo’ denunciato dai carabinieri della compagnia di Paternò nell’ambito di un’indagine contro l’evasione scolastica avviata dal comando provinciale di Catania. Sono stati ben 232 i genitori di 136 alunni di due scuole dell’obbligo di Santa Maria di Licodia denunciati alla Procura del capoluogo etneo per inosservanza continuata negli anni, a partire dal 2012, dell’obbligo di istruzione di minorenni. Si tratta di ambulanti, braccianti, muratori, disoccupati, casalinghe e collaboratrici domestiche. I denunciati sono italiani, tranne due polacchi.

Dagli accertamenti è emerso che molti genitori avevano causato o agevolato l’abbandono della frequenza scolastica, o la sua interruzione ingiustificata, nonostante la legge quadro in materia di riordino dei cicli d’istruzione abbia imposto l’obbligo dell’istruzione fino al quindicesimo anno d’età. Le indagini dei carabinieri sono mirate ad evitare che, specie negli ambienti rurali, i minorenni siano avviati ad attività’ lavorative in nero con l’abbandono degli studi, spesso forzato o comunque indotto da contesti socio-familiari degradati. In un caso, per esempio, si è accertato che un undicenne non andava più a scuola perché doveva aiutare il padre, un pastore, nell’accudire il gregge.

Un’analisi del territorio nazionale evidenzia che il rischio di abbandono è diffuso in prevalenza nel Mezzogiorno. Nella scuola secondaria di primo grado, secondo i dati dell’anagrafe Nazionale degli Studenti, svetta la Sicilia, con una percentuale dello 0,47% degli iscritti, seguita dalla Sardegna (0,41%), Campania (0,36%), Puglia (0,29%) e Calabria (0,19%). Il mezzogiorno guida anche la graduatoria nella scuola secondaria di secondo grado, con il primato di rischio abbandono in Sardegna, che guida la classifica con il 2,64% degli iscritti a inizio anno, seguita dalla Sicilia (1,6%) e dalla Campania (1,36%).

“La legalità – spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Catania – colonnello Alessandro Casarsa – si afferma oltre che con il contrasto al crimine anche con la tutela dei diritti dei più deboli. Il diritto alla istruzione è uno dei più importanti per il futuro dei giovani. Non si può dire di amare i propri figli e poi per interesse li si priva del diritto alla istruzione”. Per questo l’ufficiale dell’Arma annuncia che “i controlli saranno svolti anche il prossimo anno scolastico per arginare questo fenomeno la cui gravità, più che nei numeri, risiede negli effetti devastanti su quei ragazzi che, non venendo avviati alla scuola e all’istruzione rischiano di andare ad ingrossare le fila della criminalità”. 

Alessandro Giuliani

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