A qualche ora di distanza dell’incontro tra la ministra Marianna Madia e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, si affaccerebbe l’ipotesi di un incremento contrattuale di 85 euro senza aggettivi, ovvero ne “medi”, ma neanche “non inferiori a”, dunque da definire in sede di trattativa all’Aran.
Nell’idea del governo ci sarebbe quella di dare di più ai redditi bassi, a chi ha sofferto maggiormente la crisi e il blocco dei salari.
Ma i sindacati, soprattutto in casa Cgil, non sono disposti a cedere e vogliono aumenti ‘consistenti’ per tutti.
Da ieri il governo ha avanzato una possibile soluzione “compromesso” sul modello del rinnovo contrattuale dei metalmeccanici, con l’introduzione di un welfare integrativo, di una fiscalità di vantaggio del salario legato alla produttività e del sostegno alla previdenza complementare.
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Se la volontà è quella di chiudere prima del 4 dicembre, giorno del voto sul referendum costituzionale, i sindacati auspicano un’intesa per i 3,3 milioni di dipendenti che non percepiscono aumenti da 7 anni, anche se, alla vigilia dell’incontro si respira aria di cauto ottimismo, con il leader della Cgil Susanna Camusso che resta sulle sue posizioni e respinge l’ipotesi di un accordo ‘ad ogni costo’.
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