Considerato che la scuola rimarrà chiusa oltre il previsto 3 aprile, come ha dichiarato la ministra al Senato, un preside di un Istituto di istruzione secondaria di secondo grado del Piemonte, ha pensato bene di farsi lui stesso promotore dell’invio di mezzi tecnologici per la didattica a distanza.
Riporta La Stampa che il dirigente, visto che i suoi docenti mantengono il contatto con i loro allievi attraverso la «didattica a distanza», grazie appunto al supporto della tecnologia, ma constatato nello stesso tempo che non tutti gli studenti sono dotati di «device» idonei a seguire questi insegnamenti, ha avuto l’idea di incaricare i coordinatori di classe di fare un’indagine fra i loro allievi, per capire quanti – pur disponendo di una connessione Internet – non avessero un pc per poter seguire le lezioni.
Avuta questa sorta di mappatura e dopo essersi confrontato con le forze dell’ordine cittadine, ha incaricato un autista della scuola che – con il pulmino dell’istituto – ha fatto il giro della città, spingendosi fino a Carmagnola, nel Roero e a Piozzo, per consegnare un pc portatile dell’Istituto, agli studenti che ne erano sprovvisti.
Dice il preside: «I ragazzi (e le famiglie) hanno firmato un modulo per la presa in carica, in comodato d’uso gratuito dello strumento, che permetterà loro di seguire le lezioni da casa. E quando l’emergenza sarà conclusa, i pc torneranno nelle aule di informatica della scuola».
Idea semplice ma brillante, dal momento che tutti i computer delle scuole, momentaneamente, e fino alla riapertura della scuola, possono accogliere solo polvere e dunque invece di stare lì inoperosi e negletti, magari annoiandosi, è di gran lunga meglio farli pervenire ai ragazzi che ne sono sprovvisti.
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