Politica scolastica

Se il presepe è obbligatorio a scuola, chi lo realizza verrà pagato? O sarà attività funzionale nelle 40 ore?

Anche il presepe a scuola per legge. La destra non pare si voglia smentire e passa sopra all’autonomia delle scuole e poi ignora il collegio dei docenti e la sensibilità religiosa e morale dei suoi addetti, siano essi dirigenti, insegnanti, personale, alunni e le loro famiglie.

E chi si rifiuta di realizzare il presepe a scuola subirà i rigori delle sanzioni previste dalla legge, nelle forme del procedimento disciplinare: la sospensione? Stipendio e incarico?  

Tuttavia, prima che si applichi il procedimento si dovranno esaminare tante varianti e non sappiamo fino a che punto il ministero, attraverso l’Ufficio scolastico regionale, possa disporre quest’atto, considerando che non viene violato nessun regolamento che riguarda l’attività didattica, per cui si è pagati, nella scuola in tutte le sue particolarità e forme, né il codice deontologico.

Infatti, chi dovrebbe realizzare il presepe? Il dirigente? I docenti? Gli alunni? Il personale? I genitori? Diciamo questo perché nessuno può imporre a una scuola, alle componenti della Istituzione scolastica, di realizzare ciò che non si vuole realizzare, al di fuori della didattica. 

Come d’altra parte vale per i viaggi di istruzione: nessun obbligo c’è di accompagnare i ragazzi. 

Ma non solo. Presepe è una parola generica, perché in questo disegno di legge, chi l’ha proposto dovrebbe pure inserire le dimensioni. 

Vale a dire: quale altezza e larghezza e peso deve avere ogni pastore e quanti metri quadrati dovrebbe occupare la natività, perché, sarebbe sufficiente, per rispettare una legge tanto imperativa e non essendo stato specificato,  anche un simbolo e dunque anche uno di quei mini presepi che stanno perfino dentro una noce o qualcosa di simile. 

Se dunque si guardano tutte queste cose messe insieme, ci si accorge della vacuità di questa proposta, non certamente del valore ideologico e politico che essa mantiene fra le sue spire, anche perché non tiene conto, oltre che dell’autonomia, della collocazione geografica e dunque della composizione dell’utenza di ogni singolo istituto.

Ma non entra, chi l’ha proposta, nemmeno nella logica del rispetto delle ore di lavoro e del contratto. 

Infatti, visto che la costruzione del presepe è imposto per legge, e non è dunque un piacere o una spontanea creazione artistica di una persona o gruppi di persone, dentro quale articolo del contratto va inserito? Nelle attività funzionali all’insegnamento, vale a dire nelle 40+40 ore da svolgersi obbligatoriamente? All’interno dei collegi, programmazione e colloqui (40 ore) oppure nelle 40 ore dedicate ai Consigli di classe?

Non avere precisato tutti questi dati, dentro questa incredibile proposta di legge, restituisce l’idea della marcata volontà di fare valere principi autoritari di cui non si sente minimamente la necessità o il bisogno.

Pasquale Almirante

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