“Dovremo tornare a investire nella cultura e a fare della scuola non un luogo di competizione ma una comunità dove si cresce insieme”: a dirlo il 12 dicembre, rivolgendo forti critiche al Governo Meloni, è stata Rosy Bindi, presidente del Comitato per il centenario dalla nascita di don Lorenzo Milani, che ha partecipato all’evento organizzate dall’Ufficio diocesano della Scuola a Palazzo Ducale di Genova, aperto dal presidente della Cei, Mons. Matteo Zuppi.
Pur senza nominarlo, sull’Istruzione in Italia il riferimento di Rosy Bindi è soprattutto all’attuale ministero dell’Istruzione che introducendo la parola “merito”, a suo dire, ha ribaltato la funzione sociale della scuola.
“I ragazzi di Barbiana oggi – ha continuato la Bindi ripercorrendo quanto detto a Librino, nella periferia Catanese, poche settimane fa -, in un paese ad alta dispersione scolastica e povertà educativa minorile, sono i figli dei poveri, delle periferie, degli immigrati”.
Poi si è soffermata sulla dispersione scolastica, che ha definito “classista perché riguarda il Sud più che il Nord, i poveri più che i ricchi, chi non ha cittadinanza rispetto a chi ce l’ha. E poi c’è una dispersione scolastica legata alla sottovalutazione dell’importanza dell’istruzione: quella che c’è in Veneto è diversa rispetto a Catania dove si preferisce andare a lavorare presto, rinunciando alla leva sociale più importante che è la cultura”.
Bindi, che è stata anche ministro della Sanità ma soprattutto tra i fondatori del Pd per poi fuoriuscire dai dem nell’ultimo periodo perché in contrasto con la politica di Elly Schlein, si è quindi soffermata sulla Legge di Bilancio: “Sulla sanità questa manovra è disastrosa perché il fondo sanitario nazionale è sottostimato di almeno 15-20 miliardi, nessuno ha chiesto di metterli tutti insieme in questa legge di bilancio, ma, di fatto, nel triennio le risorse diminuiscono e i tre miliardi stanziati per quest’anno servono al rinnovo del contratto e a correggere quell’assurda legge sulla previdenza, che era un altro modo per far fuggire medici e personale sanitario dal sistema pubblico”.
E ancora: “Aumenta solo la spesa per i farmaci e per le cliniche private, non c’è un soldo per l’aumento del personale, resta un tetto e sappiamo quanta carenza c’è, manca il governo e manca la capacità di armonizzare quelli che ormai sono venti, ventuno, sistemi sanitari regionali”.
Infine, ha riservato diverse critiche all’attuale Partito democratico. “Io penso che il Pd debba essere un partito che ricostruisce la sinistra in Italia, che va sicuramente oltre se stesso in un campo alternativo alla destra e, come tale, deve unire la cultura di governo alla capacità di coinvolgere le tante realtà che oggi cercano una rappresentanza politica e non la trovano: penso al volontariato, alle parrocchie, a chi sta con gli immigrati, a chi fa battaglie per l’ambiente, a chi opera nelle mense dei poveri“.
Secondo Rosy Bindi “c’è un mondo fuori dai confini dei partiti che è molto vivace e molto forte e credo che, se vogliamo ricostruire il campo del centrosinistra in Italia si debba guardare a questo mondo presentando un’alternativa forte, che non è solo culturale ma anche di governo. Ce n’è tanto bisogno perché questo governo sta facendo male al Paese per la confusione interna della maggioranza che lo sostiene, per gli attentati alla Carta Costituzionale e alla democrazia, per l’occupazione del potere e, soprattutto, per l’abbandono delle fasce più deboli e la sottovalutazione dell’importanza dei beni comuni, come la sanità, la scuola e la dignità del lavoro”, ha concluso.