Alcune segnalazioni hanno confermato il fatto che, in diverse, anche se poche, scuole, le prove dell’Invalsi, sono state arbitrariamente posticipate, al primo giorno utile successivo allo sciopero ed alle date tassative come comunicate dal MIUR e dall’Invalsi medesimo. Lo stesso Invalsi, comunicava nel suo sito, che la richiesta di posticipo doveva pervenire con protocollo antecedente al 18 novembre 2013, e che lo stesso poteva ritenersi accordato solo dopo la ricezione di autorizzazione scritta dell’Invalsi precisando altresì che non potranno essere prese in considerazione richieste di posticipo date delle somministrazioni pervenute oltre il 13 dicembre 2013.
Alcune scuole, per ovvio effetto dello sciopero, hanno deciso di posticipare la somministrazione delle citate prove basandosi sul fatto e sul principio che queste erano state inserite nel Pof e rivendicando pertanto la realizzazione dell’autonomia scolastica ed anche il riconoscimento economico a favore di chi provvedeva alla tabulazione e correzione. Ora, è più che evidente che le prove, che si sono svolte oltre la data prevista dall’Invalsi e senza l’autorizzazione dell’Invalsi medesimo, non hanno alcun valore ed utilità per l’Invalsi e non possono averlo, poiché in caso contrario, ciò metterebbe seriamente in discussione l’onerosa macchina organizzativa dell’ente di ricerca e renderebbe semplicemente inutile tutto quello che è connesso e correlato alle giornate dell’Invalsi.
Ma, tra le altre cose, quello che andrebbe verificato, è anche il comportamento antisindacale, come operato da parte della Dirigenza Scolastica e di coloro che si sono prestati a tale atto. Se, come ha avuto modo di rilevare parte della giurisprudenza, le prove dell’Invalsi non sono servizio minimo essenziale da garantire, se una delle motivazioni fondamentali dello sciopero, nelle giornate considerate, era proprio quello relativo al contrasto al sistema Invalsi con lo scopo di far “saltare” le citate prove, lo slittamento unilaterale ed arbitrario di queste prove, potrebbe intendersi come comportamento antisindacale, poiché ha neutralizzato in sostanza l’effetto dello sciopero.
A tal proposito, sarebbe anche utile una presa di posizione da parte dell’Invalsi, il quale ben dovrebbe eccepire che tutte le prove, che si sono svolte oltre le date comunicate dallo stesso e senza la preventiva autorizzazione, non verranno prese in considerazione dall’Istituto e non avranno alcun valore . E dovrebbero anche intervenire gli organi gerarchici superiori per vagliare la correttezza come posta in essere, in questi casi, da parte delle scuole interessate da tale procedura, poiché oltre ad esporre le stesse a possibili azioni giudiziarie con conseguenti danni erariali, si viola il rispetto della normativa procedurale. Poi, certo, vi è anche una piccola casistica che ha visto le prove dell’Invalsi essere utilizzate come verifiche individuali degli studenti.(rinvio a questo precedente intervento sul caso valutazione studenti ed http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/04/non-si-possono-utilizzare-le-prove.html). Ciò, risolve definitivamente la questione dell’anonimato di questo sistema, poiché per la scuola le dette prove non sono anonime, e non possono esserlo, come da sempre denunciato, e conferma anche come l’invalsizzazione della scuola determina un forte condizionamento della didattica ordinaria, che è cosa diversa rispetto al canonico valore aggiunto, od al fatto che le citate prove servirebbero solo come atto di riflessione interna alla e per la scuola, situazione che oramai anche il più miope ha compreso non corrispondere alla realtà delle cose
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