Personale

Se l’alunno ha una crisi epilettica cosa deve fare il docente? Non può farsi trovare impreparato, è bene che si formi

Ha riscontrato interesse il provvidenziale intervento, con tanto di manovre, di una docente a Foggia nell’affrontare un’inattesa crisi epilettica di cui è stata vittima in classe una sua alunna di sei anni.

La parola all’esperto

“Il vero problema è insito nel nome stesso della malattia: epilessia è un termine derivato dal verbo greco έπιλαμβάνειν (epilambanein) che significa ‘essere sopraffatti, colti di sorpresa'”, ha spiegato il professore Federico Vigevano, responsabile del dipartimento dell’Età Evolutiva del Gruppo San Raffaele di Roma.

Quindi, non ci si può fare cogliere impreparati. Si tratta di una circostanza improvvisa che può capitare ad ogni insegnante: vi sono territori dove si svolgono periodicamente corsi di formazione per il personale scolastico, altri dove invece non c’è alcun tipo di supporto su questa materia.

Tra i docenti e Ata più “fortunati” figurano certamente quelli di Roma e provincia, dove già 4mila i dipendenti scolastici sono stati formati per intervenire qualora uno studente fosse vittima di una crisi epilettica.

La scuola non ha paura della crisi’

Con l’iniziativa ‘La scuola non ha paura della crisi’ l’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha infatti come obiettivo quello di insegnare al personale scolastico la corretta gestione degli studenti con epilessia, nel caso in cui dovessero avere delle crisi epilettiche in classe.

Attivo dal 2016, ad oggi l’ospedale ha coinvolto oltre 70 istituti scolastici di Roma e provincia. Dall’ultimo monitoraggio effettuato negli istituti coinvolti nel progetto risulta che nei 12 mesi successivi alla formazione, grazie alle competenze acquisite con la formazione, le chiamate del numero di emergenza 112 sono nettamente diminuite, e il numero di accessi impropri al Pronto Soccorso è stato pressoché azzerato.

L’attività formativa si svolge in genere in orario pomeridiano e serale e può essere sia in presenza che online: durante il percorso di formazione, i medici e gli infermieri dell’ospedale insegnano ai partecipanti come comportarsi in caso di attacchi epilettici in classe.

Le lezioni si avvalgono dell’ausilio di videotutorial, esempi pratici, strumenti tecnici (se gli incontri si tengono in presenza), con particolare attenzione alla corretta e tempestiva modalità di somministrazione dei farmaci in grado di interrompere la crisi.

Come chiedere di formarsi

Il servizio si rivolge al personale scolastico: agli insegnanti e ad altri dipendenti della scuola, ma anche a studenti, genitori di bambini e ragazzi con epilessia che frequentano l’istituto e persone interessate a vario titolo.

Gli interessati a partecipare al percorso di formazione possono mandare una email a epilessia@opbg.net

Ricevuta la richiesta il personale dell’Unità operativa di Epilessie rare e complesse contatterà la scuola di appartenenza, con la quale verrà pianificato il percorso formativo e saranno concordati l’elenco dei partecipanti, la data e le modalità (in presenza o su web) con cui il corso verrà svolto.

Come si caratterizza

Ma quali sono i tratti e le caratteristiche dell’epilessia? “Si tratta di una malattia caratterizzata dalla persistente predisposizione dell’encefalo a generare crisi epilettiche – ha spiegato ancora il professore Vigevano – e quest’ultime sono manifestazioni cliniche molto variegate che insorgono improvvisamente”.

Le crisi “hanno breve durata (da pochi secondi a 2-3 minuti) e sono determinate da impulsi elettrici abnormi di uno o più gruppi di neuroni ‘ipereccitabili'”.

I numeri e la formazione

A soffrire di epilessia, nel mondo, sono 65 milioni di persone, di cui circa 500 mila solo in Italia, dove ogni anno si diagnosticano 36 mila nuovi casi: 20-25 mila con crisi isolate e 12-18 mila con crisi sintomatiche acute. Più del 50% delle epilessie esordisce in età pediatrica e circa un terzo dei pazienti presenta crisi o convulsioni febbrili proprio a scuola.

“Basti pensare – aggiunge Vigevano – che le chiamate al 118 più frequenti da ambienti scolastici sono conseguenza di crisi epilettiche ed asmatiche”.

Il professore aggiunge che “come anche avallato da pubblicazioni scientifiche, le campagne educazionali e di informazione sono di vitale importanza e dovrebbero far parte della formazione obbligatoria di educatori e operatori scolastici. Perché è fondamentale sapere cosa fare e ancor di più, delle volte, cosa non fare durante una crisi”.

Ecco perché la formazione, quindi, diventa quell’arma vincente per affrontare un giovane colto da epilessia.

Alessandro Giuliani

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