L’aula è ignorata, si parla sempre meno di questo luogo che una volta era definito un ambiente educativo di apprendimento.
Ora, come nella “Storia infinita”, il Nulla la sta inghiottendo.
L’aula ignorata
Per l’insegnante l’aula rappresenta “il cuore” della scuola, di ogni istituto scolastico. Dovrebbe essere protetta dal Nulla. E invece, è esposta a tutte le “intemperie”, tese ad annullare o quanto meno a depotenziare l’educazione e la formazione.
Non parliamo poi della sicurezza.
Ecco le prove:
1) Le classi pollaio e superpollaio
2) il freddo d’inverno e il caldo d’estate che sicuramente non favoriscono l’attività didattica
3) L’insicurezza strutturale che si traduce in crolli di parte dei soffitti e di altro.
Eppure…
Nei convegni, nei corsi di aggiornamento e sui “sacri testi” di pedagogia si presenta lo studente, l’alunno decontestualizzato. Il suo profilo pare non appartenere al contesto. Si ha la sensazione di trovarsi di fronte più a un concetto, a un idealtipo, costruito a tavolino.
Ho il sospetto che questo risponda ad una strategia ben studiata e finalizzata a semplificare la realtà. La complessità, ovviamente impegna e non sempre favorisce l’individuazione delle soluzioni. Se poi consideriamo che quasi tutti i relatori ormai hanno perso il contatto con l’aula, diventando progressivamente degli inesperti di questo ambiente, allora il cerchio si chiude. E’ difficile parlare di una realtà di cui non si ha più esperienza!
“Il cuore” non interessa!
Questa marginalizzazione dell’aula, sta progressivamente uccidendo la scuola. Del resto se si ignora o si “maltratta” il suo fondamento, cosa restano? Le macerie.
Gianfranco Scialpi
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