In attesa della manifestazione del prossimo 12 ottobre “Costituzione: la via maestra” promossa da Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e Lorenza Carlassare, raccogliamo con vivo interesse, le dichiarazioni , rilasciate in un’intervista a radio popolare, di Stefano Rodotà.
Il giurista calabrese, afferma che non bisogna tagliare alla scuola privata per altri fini, ma per rendere la scuola pubblica adeguata ai propri fini.
“Quando ci sono risorse scarse – prosegue il noto giurista – e il denaro pubblico disponibile si è ridotto a causa della crisi economica, qual è il criterio per ripartirlo tra le varie esigenze, bisogni, finalità? Non può essere un criterio puramente economicistico, né un criterio di assoluta discrezionalità del governo”.
“Il criterio – sottolinea Rodotà – lo troviamo nella nostra Costituzione. Ci sono dei diritti fondamentali che la Costituzione indica e allora i criteri di ripartizione vanno proprio in questa direzione. Quindi, ammesso pure si possa pensare di dare denaro alla scuola privata, può avvenire solo dopo che tutte le esigenze della scuola pubblica siano state effettivamente soddisfatte”.
Il leitmotiv di questa manifestazione, fortemente voluta per la difesa di alcuni valori cardine della nostra Costituzione, è quello di liberare il sapere dalle logiche di mercato, che rappresentano un pericolo per la nostra democrazia. È importante ricordare che dalle scuole e dalle università, in questi ultimi anni, si sono levate grandi mobilitazioni contro i processi di smantellamento dell’istruzione pubblica, forme di protesta e di proposta che vengono dal basso e che come è capitato ai referendum di Bologna, sull’abolizione del finanziamento pubblico alla scuola privata, sono rimaste inascoltate dalla politica. Per Stefano Rodotà è necessario attuare realmente e nel senso più profondo gli art. 33 e 34 della costituzione per liberare i saperi dalle logiche del mercato e renderli realmente accessibili a tutti. Serve attuare la Costituzione ed estendere i diritti che questa ci garantisce e liberare le persone dal ricatto della precarietà. Serve investire nell’istruzione pubblica per costruire un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale ed equo, che concepisca la dignità di tutti come prioritaria rispetto ai profitti di pochi.
La manifestazione del 12 ottobre, ne siamo certi , rappresenta un momento costruttivo dove la politica governativa, potrà ascoltare i bisogni e le speranze, che provengono direttamente da chi la scuola la vive, ci opera e la costruisce giorno dopo giorno.
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