Disabilità

Se manca il sostegno, i disabili hanno sempre diritto al tempo scuola

Oltre ai disservizi dovuto alla carenza di personale specializzato nel sostegno, tanto che molte sono le cattedre affidate a docenti privi di qualunque titolo specialistico, emergono “altre problematiche che sempre più spesso le famiglie si trovano a denunciare: insegnanti di sostegno divisi per pochissime ore in più classi, assistenti non ancora assegnatie, soprattutto, inviti da parte di dirigenti e docenti atenere i figli a casaper una parte o per tutto il tempo scuola. In tutti questi casi, qualora confermati, si è in presenza di una evidente discriminazione che pregiudica in maniera significativa l’esercizio del diritto allo studio”.

Lo scrive disabili.com, che, ricordando come la scuola debba funzionare per tutti, segnala una tale scopo una  legge riguardante la non discriminazione.

Il bambino disabile è affidato come gli altri alla scuola

Infatti la mancanza del sostegno non significa lasciare a casa lo studente con disabilità perché pure lui, come tutti gli altri, è affidato alla scuola, e se la scuola funziona per gli altri deve funzionare anche per lui che è un alunno di tutti i docenti. “Questi ultimi, tutti, sono insegnanti di tutti gli alunni, nessuno escluso. Il docente di sostegno- precisa ancora il sito- non è il docente dell’alunno con disabilità, è un insegnante affidato alla classe per promuove il suo processo di inclusione, allo stesso modo in cui il docente di matematica è affidato alla classe per insegnare tale disciplina a tutti gli alunni.

i docenti della classe sono pure docenti del disabile

Per tale ragione, non è accettabile alcuna forma di delega totale al docente di sostegno. Detto altrimenti: se l’insegnante di sostegno non c’è, l’alunno con disabilità ha il pieno diritto di andare a scuola e i docenti della classe, i suoi docenti, hanno il preciso dovere di accogliere lui e tutti gli altri. Per la stessa ragione, allo stesso modo non è accettabile che un bambino possa frequentare la scuola solo nelle ore in cui è presente il docente di sostegno o l’assistente. Il termine coperturadeve sparire dal vocabolario della scuola inclusiva.

Ogni invito a non far frequentare la scuola per tutto il tempo o in parte, pertanto, dev’essere ignorato in modo categorico”.

Pasquale Almirante

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