Si sta sempre più compattando la protesta del mondo sindacale con quello politico di opposizione al Governo e alla riforma della scuola. Anche il 17 giugno al Pantheon – in occasione della manifestazione sindacale unitara, organizzata dai Coboas, a cui hanno poi aderito Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief – si è avuta questa conferma. Tra i vari interventi dei politici, c’è stato quello del senatore Walter Tocci, che ha espresso a chiare lettere tutto il suo dissenso verso il disegno di legge.
Il dirigente scolastico “che deroga dalle graduatorie, per far avanzare questo o quello secondo il suo schiribizzo, significherebbe aprire in Italia, in tante parti del Paese, al clientelismo”, ha detto Tocci. Sottolineando che l’istruzione italiana sino ad oggi era “rimasta indenne” da queste logiche clienterali, “perché aveva le sue regole”. Invece, se passa la riforma “la scuole diventerebbero come Asl. E noi possiamo accettarlo”, mettendo in mano ai certi signori “lo strumento per fare” questo. Ecco perchè “noi non siamo d’accordo nel dare questo potere discrezionale al preside”
“Sono venuto alle manifestazioni precedenti per ascoltare – aveva detto inizialmente l’esponente dem – oggi mi è stato chiesto di parlare. E lo faccio per dire che voi rappresentate la qualità, la saggezza e la dignità della scuola italiana. Senza la vostra forza, il nostro operato poggerebbe sulla sabbia. Voi siete la buona scuola ed è compito nostro accettare le vostre istanze. In queste ore il Governo ha accettato di aprire la discussione” sul disegno di legge.
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Secondo Tocci, la brusca frenata sulla riforma, con la minaccia di rinvio totale delle nuove norme al 2016, significa che “Renzi ha riconosciuto che c’è stato un errore; non sappiamo se quella del Governo è un’occasione vera per riaprire la discussione, ma noi dobbiamo prenderla sul serio questa possibilità di dialogo. Se capisco bene queste date, l’occasione arriverà però a luglio. E allora perché rimanere in panciolle, con le mani ferme? In questi giorni”, possiamo adoperarci per chiedere di assumere non solo “100mila precari, ma con i soldi disponibili possiamo arrivare a 130mila”, facendo immettere in ruolo “anche gli idonei del concorso del 2012 e i giovani abilitati”.
Per Tocci, quindi, “è falso dire che per fare le assunzioni occorra approvare la riforma, perchè ho dimostrato in Commissione Cultura che il testo di legge attuale rinvia gli ambiti territoriali e il potere” maggiorato “dei presidi all’anno scolastico successivo, cioè al 2016/17: ciò significa che se il ddl venisse approvato immediatamente, i 100mila verrebbero comunque assunti secondo le regole vigenti. Ecco perché le assunzioni possono essere fatte anche prima dell’approvazione del ddl. Bisogna insistere, entrare nel merito, voi con la forza e unità che avete dimostrato sino ad oggi. Noi faremo altrettanto”, ha promesso il senatore Pd in rotta di collisione con la linea del Governo sulla scuola.
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