Nella politica italiana c’è una vecchia tesi che sembra non perdere smalto: per fare le riforme della ‘destra’, ci vogliono i governi di ‘sinistra’. Ecco, a sentire l’ex ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, in un intervento sul `Mattinale`, le linee guida del’Esecutivo Renzi sulla riforma della scuola sembrano andare proprio in questa direzione.
“Dopo anni di battaglie per risollevare un sistema educativo intorbidito dalla coda del `68, ora anche la sinistra finalmente ha dovuto dare atto ai governi Berlusconi di aver agito nella direzione giusta per riportare la scuola italiana ai fasti che merita”, scrive Gelmini.
“Parole quali merito, carriera dei docenti, valutazione, premialità, raccordo scuole-impresa, modifica degli organi collegiali della scuola, sono state portate alla ribalta – aggiunge l’ex Ministro – dal centrodestra, seppur subendo le censure e le aspre critiche da parte di sinistra e sindacati”.
“Ora a sdoganarle ci ha pensato direttamente il premier Renzi, leader del maggior partito della sinistra italiana, insieme al ministro Giannini, un tecnico che – afferma Gelmini – proviene dal mondo universitario. Positiva anche la messa a regime di riforme approvate dagli ultimi governi di centrodestra: si tratta anche in questo caso di non smontare quanto fatto dal governo precedente, ma di avere il coraggio di riconoscerne la validità e portarlo a regime. Certo, ci sono cose che mancano. Ci sono molte proposte eccessive, tra cui l`assunzione di quasi 20 mila docenti per più ore di sport, musica e arte. E` veramente questa una priorità, che costerà 700 milioni l`anno?”.
“Così come più di qualche dubbio – osserva Gelmini – è da esprimere considerando che si intendono assumere tutti i docenti nel 2015 per il solo fatto di essere nelle Graduatorie ad Esaurimento. Forza Italia è certamente d`accordo con la trasformazione a tempo indeterminato di quei contratti annuali che da troppo tempo vengono rinnovati annualmente, a condizione che il tutto avvenga sulla base di un criterio meritocratico. Ultimo ma non ultimo, il punto delle coperture economiche”.
Certo, “se Renzi pensa di cavare un solo centesimo da nuove tasse, troverà in Forza Italia – dice – un’opposizione irriducibile”, mette le mani avanti Gelmini. Che ha qualche dubbio anche sull’iter della riforma, definito “poco chiaro”. Ancora Gelmini: “consultazione per due mesi e poi? Quali gli atti per la concretizzazione? In definitiva: luci e ombre nel merito, ma una vittoria culturale per la nostra tradizione”.
Insomma, se Gelmini fosse un’insegnante, alla proposta di riforma darebbe un bel Sette. A dimostrazione che la riforma Renzi alla ‘destra’ non dispiace affatto.