Le notizie sui possibili “slittamenti” nella approvazione del disegno di legge sulla scuola stanno raccogliendo commenti favorevoli su FB.
“Che slitti pure”, scrivono molti. E tanti altri si augurano anche che il provvedimento slitti ed esca pure “fuori pista”.
Reazioni comprensibili, se si tiene conto che molti contenuti del ddl risultano piuttosto “indigesti” ad una parte consistente del mondo della scuola.
E’ bene però avere chiaro un punto: se il progetto di legge non dovesse andare in porto (e anche in tempi rapidi), l’intero piano di assunzioni salterebbe quasi completamente e diverse decine di migliaia di precari dovrebbero rimanere in attesa ancora per un anno.
C’è chi sostiene che con questo meccanismo il Governo sta di fatto “ricattando” un po’ tutti: i precari innanzitutto, ma anche i sindacati e le stesse forze politiche, di maggioranza e di minoranza.
Ma c’è di più: ormai è persino difficile che il problema delle assunzioni venga affrontato con un decreto legge perchè anche in questo caso bisogna calcolare i tempi per la conversione in legge (per non parlare dei tempi di cui il Ministero ha normalmente bisogno per dare attuazione ai piani di assunzione).
Quindi se il ddl dovesse “slittare” il Governo avrà di fronte una sola strada: un decreto ministeriale da sottoporre al visto di approvazione del MEF che – come da tradizione – potrà servire al massimo a garantire la copertura del turn-over o poco più.
D’altra parte che quella del decreto ministeriale sia una delle possibili vie d’uscita è ormai chiaro: se ne è parlato poco, anzi quasi nulla, ma nel ddl sulla scuola non si parla mai di assunzioni di personale ATA. Per qualche motivo ? La risposta, forse, è abbastanza semplice: per gli ATA il Governo non ha mai pensato ad un piano straordinario di assunzioni che potranno essere tranquillamente fatte come di consueto e cioè con un normale decreto interministeriale Miur-MEF-Funzione Pubblica.
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