Attualità

Se saltano i pensionamenti addio ad assunzioni e mobilità: i pasticci fra scuole e INPS

Sta destando parecchia preoccupazione la situazione, già riportata da La Tecnica della Scuola, delle mancate notifiche dei nominativi del personale che ha fatto domanda di collocamento in quiescenza dal 1° settembre 2018. Infatti, il problema del continuo ritardo alla determinazione del diritto alla pensione, sarebbe un grave danno per i lavoratori, che vedrebbero posticipato di un anno l’addio al posto di lavoro.
In molti casi, si assisterebbe alla violazione della normativa, secondo la quale il personale che abbia compiuto i 65 anni di età, e maturato requisiti di servizio atti a determinare un diritto a pensione, debba essere collocato in pensione d’ufficio.

Disagi anche in Calabria: tempistiche non rispettate


Fino a questo momento la situazione più complessa è quella del Lazio, ma anche in altre regioni si sono registrati problemi simili di tempistiche non rispettate. Ad esempio, il sindacato autonomo di base (SAB) riferisce di disagi anche in Calabria: il segretario generale Francesco Sola evidenzia che la tempistica, in alcuni casi, non è stata rispettata tant’è che risulta, ad oggi, nella sola provincia di Cosenza, oltre 20 posti di docenti pensionati fra infanzia, primaria e media, per varie discipline, che non sono stati censiti dal sistema nei tempi di chiusura delle operazioni sull’organico di diritto, numero tendente all’aumento per le scuole superiori e per il personale ATA per i quali ancora non sono stati disposti i trasferimenti.

Pertanto il sindacato fa notare che il mancato rispetto delle scadenze ha portato a sottrarre i dei posti sia in fase di mobilità (provinciale, interprovinciale e passaggi di cattedra/ruolo) e sia per le prossime immissioni in ruolo.

Ancora più grave risulta essere dopo lo scaricabarile delle responsabilità messe in atto sia dagli uffici scolastici provinciali sia dalle scuole e sia da parte dell’INPS, commenta il segretario Sola, per cui è difficile anche individuare i responsabili di tali omissioni che si ripercuotono sempre sul personale scolastico, in particolare verso coloro aspiravano al trasferimento interprovinciale e all’immissione in ruolo“.

La tempistica in previsione del’Inps era la seguente:

  • l’elenco MIUR 2018 – Infanzia deve essere chiuso dagli ambiti territoriali provinciali/scuole entro il 30 marzo 2018 e lavorato dalle Strutture territoriali INPS entro il 27 aprile 2018;
  • quello della primaria entro il 30/3 e lavorato dall’INPS entro il 27/4,
  • quello delle scuole medie entro il 20/4 e lavorato entro l’11/5 trasportato dopo al 18/5,
  • quello delle scuole superiori entro l’11/5 e lavorato dall’INPS entro l’8/6,
  • quello del personale ATA entro l’11/5 e lavorato entro l’8/6.

Successivamente, come ricorda SAB, il MIUR ha pubblicato le note prot. n. 3372 del 19/1/2018 per i dirigenti scolastici e n. 171 del 24/1/2018 per il restante personale, le quali hanno dettato le istruzioni operative sulle nuove funzioni del SIDI per la gestione e l’invio dei servizi pre ruolo del personale scolastico –cessazioni all’1/9/2018.

Problemi simili e risultati uguali: qualcosa non ha funzionato

Ma evidentemente, a livello provinciale, qualcosa non ha funzionato. Si auspica una risoluzione della vicenda, perchè il prossimo anno scolastico, potrebbe iniziare male con i lavoratori laziali che dovevano andare in pensione bloccati sul loro posto di lavoro, e in alcuni casi violando la normativa, mentre i dipendenti in servizio, come nel caso di Cosenza, che avevano chiesto trasferimento o addirittura quelli che avrebbero dovuto ottenere l’assunzione, rischiano di stare a guardare per i posti disponibili.

Fabrizio De Angelis

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