Se un docente è transessuale, il caso di Trieste

A Trieste farà certamente discutere il caso di una supplente che si è presentata a scuola, vestita da donna. Ciò perché, purtroppo, siamo ancora indietro con l’accettazione della diversificata identità di genere. Uso il lei, perché la persona in questione pur non avendo modificato l’anagrafe, che risulta essere ancora oggi al maschile, come comunicato nell’articolo del Piccolo del 29 maggio 2014, si definisce transessuale. Transessuale è la persona che sente in modo persistente di appartenere al sesso opposto e, per questo, compie un percorso di transizione che generalmente, ma ciò non è mica obbligatorio, si conclude con la riassegnazione chirurgica del sesso.

Il termine si declina al femminile (“la” transessuale) per indicare persone di sesso biologico maschile che sentono di essere donne (MtF – Male to Female) e al maschile (“il” transessuale) per indicare persone di sesso biologico femminile che sentono di essere uomini (FtM – Female to Male). Per trav estito, invece, si indica la persona che abitualmente indossa abiti del sesso opposto, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale o identità di genere. Essendosi, per come emerso, la persona in questione, definita transessuale, il lei, è d’obbligo, come segno di rispetto per l’identità di genere ivi considerata. Ovviamente, le reazioni negative non sono venute meno.

Le critiche principali andavano dallo stupore degli studenti, da chi si è messo a ridere a chi avrebbe affermato che in ambito scolastico è inopportuno vestirsi da donna se si è uomini. In controtendenza, è andata invece la dirigente scolastica della scuola in questione. Inopportuno è il fatto che in Italia non si applichi in modo concreto e deciso la Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, predisposta e coordinata dall’UNAR, in collaborazione con le diverse realtà istituzionali, le Associazioni LGBT e le parti sociali. Eppure, a quanto pare, vi sono Paesi che sono più avanzati rispetto all’Italia. Penso all’India, ove recentemente la Corte Suprema indiana ha riconosciuto il diritto dei transessuali a essere considerati come «terzo sesso». In Italia, invece, vige e domina spesso ignoranza e cultura reazionaria che favorisce l’odio e l’omotransfobia, spesso con la complicità anche delle istituzioni.

La Raccomandazione CM/Rec (2010), più volte richiamata nella citata Strategia, ignorata in molte scuole, il Comitato dei Ministri ha rimarcato che le persone LGBT sono state vittime per secoli di intolleranza e di discriminazione, anche all’interno delle loro famiglie, ivi compreso sotto forma di criminalizzazione, marginalizzazione, esclusione sociale e violenza. Di particolare importanza è il richiamo al principio secondo il quale non può essere invocato nessun valore culturale, tradizionale o religioso, né qualsivoglia precetto derivante da una “cult ura dominante” per giustificare il discorso dell’odio o qualsiasi altra forma di discriminazione, ivi comprese quelle fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.

Per quanto attiene alle discriminazioni nei confronti delle persone transessuali e transgender, è il caso di ricordare, a chi invoca la non opportunità di essere se stessi, che la Corte di Giustizia delle Comunità Europee, con sentenza C-13/94 del 30 aprile 1996 ha riconosciuto che si applicano le disposizioni introdotte dalla Direttiva 1976/207/CE relativa alla parità tra uomo e donna (recepita in Italia con la Legge 9 dicembre 1977, n. 903, in seguito modificata e integrata dalla Legge 125 del 10 aprile 1991).

Pertanto il campo d’applicazione del principio della parità di trattamento tra uomini e donne deve considerarsi esteso anche alle discriminazioni nei confronti delle persone transessuali e transgender. Insomma, in una Europa che svolta letteralmente a destra, anche in modo re azionario, che addirittura vedrà tra i seggi parlamentari un filonazista, che al Parlamento europeo, nato come processo unitario dopo la caduta del fascismo e nazismo, non dovrebbe proprio metterci piede, certamente non sarà un momento facile per i diritti civili in questione, ma nonostante il tutto questi vanno difesi e conquistati e respinti i pregiudizi e tutti i sentimenti che partoriscono, a causa di ignoranza e razzismo, semplicemente odio ed intolleranza.

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Rapporto scuola-mondo del lavoro: bisogna migliorare la progettualità

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha dichiarato: “Si mira a creare una…

16/08/2024

Percorsi abilitanti: come si possono frequentare se si deve anche fare lezione?

Mi chiedo se qualcuno/a dei frequentanti i percorsi formativi di abilitazione si sia posto il…

16/08/2024

Dimensionamento scolastico: mega-istituti senza locali adeguati per le riunioni dei collegi dei docenti. Il caso di Lamezia Terme

I piani regionali di dimensionamento delle scuole non sempre hanno tenuto conto di tutte le…

16/08/2024

Certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale; quando e come va presentata al fine di sciogliere la riserva

Il 28 giugno 2024 è scaduta la domanda d’inserimento, di conferma o di aggiornamento nelle…

16/08/2024

Le punizioni corporali? Esistono in molte parti del mondo

Se uno studente arriva in ritardo nelle nostre scuole, peggio che gli possa andare è…

16/08/2024

Vannacci: chi ha tratti somatici del Centrafrica non rappresenta gli italiani. A scuola è il 20% degli alunni. Forza Italia: vada casa

L’italiano medio non ha i tratti somatici di un africano: a sostenerlo è Roberto Vannacci,…

16/08/2024