Categorie: Personale

Se vince il SI o il NO cosa potrebbe accadere al contratto della mobilità?

I docenti interessati alla mobilità, si stanno chiedendo cosa potrebbe accadere alle norme sui trasferimenti, in caso di vittoria del SI o del NO ai referendum.

Appare ormai ovvio che il CCNI sulla mobilità 2017/2018, se dovesse essere condiviso tra le parti sindacali e il Miur, verrebbe firmato a risultato noto del referendum costituzionale.

Cosa potrebbe accadere se vince il SI? Probabilmente il governo ringalluzzito dal consenso popolare sarebbe orientato a non ascoltare le sirene sindacali sulle richieste di possibili deroghe contrattuali alla legge 107/2015. Quindi il Miur pretenderebbe l’attuazione completa della legge 107, ovvero il trasferimento per tutti quei docenti che dovessero chiedere la mobilità, volontariamente o d’ufficio, su ambito territoriale e la conseguente chiamata diretta dei docenti da ambito su scuola da parte dei dirigenti scolastici.

D’altronde con la vittoria del SI, sarebbe lo stesso governo Renzi a gestire, anche per il 2017/2018 la partita della mobilità, infatti non ci sarebbero le dimissioni del governo e nemmeno, almeno nell’immediato, un cambio di guardia a Viale Trastevere.

Gli scenari potrebbero essere diversi se invece vincesse il NO. Infatti nel caso la bilancia referendaria pendesse dalla parte del NO, il governo entrerebbe in crisi e sarebbe molto indebolito politicamente.

In tal caso potrebbe non essere questo stesso governo Renzi a gestire la prossima mobilità e probabilmente si arriverebbe ad un accordo che potrebbe derogare la legge 107/2015 su diversi punti.

Potrebbe essere accolta la richiesta dei sindacati di consentire ai docenti di trasferirsi su scuola e non su ambito. Sarebbe consentito ai perdenti posto di mantenere il diritto al rientro nella scuola di precedente titolarità e al contempo di fare domanda di mobilità condizionata e su scuola. Sarebbe consentito anche, nel caso ci fosse anche la possibilità di richiedere ambiti territoriali in aggiunta alle scuole, una contrattazione sulla chiamata diretta.

Tuttavia dal Miur ci hanno riferito che prima del 4 dicembre ci sarà un incontro politico con i sindacati per trovare soluzioni condivise per il prossimo CCNI. Resta comunque la speranza per molti docenti di potere trasferirsi senza perdere la titolarità su scuola, pur sapendo che la legge 107/2015 è stata derogata eccezionalmente l’anno scorso e che quest’anno non ci sarebbero state più deroghe alla legge.

Adesso la speranza dei docenti è nel referendum, le quali risultanze, a parere di qualcuno, potrebbero incidere anche sulla mobilità 2017/2018

Lucio Ficara

Articoli recenti

Cellulari scuola; Nocera: “E’ giusto aver salvato dal divieto gli alunni con disabilità”

Dal professore Salvatore Nocera, uno dei massimi esperti italiani di inclusione e disabilità riceviamo e…

17/07/2024

Concorso DS 2017, molti partecipanti ancora in ballo 7 anni dopo

Penso che sia utille per tutti sapere qualcosa di più sulle vicende giudiziarie che hanno…

17/07/2024

Decreto scuola: Paola Frassinetti (FdI) e Rossano Sasso (Lega) entusiasti, ma le proteste non mancano

Mentre proseguono le proteste delle opposizioni e di movimenti e comitati contro le diverse misure…

17/07/2024

Flavio Briatore sugli stipendi: “Come fanno vivere le famiglie con 4000 euro al mese? Bisogna aumentare i salari”

Flavio Briatore, ospite del podcast di Fabio Rovazzi e di Marco Mazzoli, 2046, ha affrontato vari…

17/07/2024

Nuove regole per promuovere l’inclusione degli alunni stranieri

Il governo nel presentare il decreto n° 71 del 30 maggio 2024 alla camera, nel…

17/07/2024

Falso allarme Covid scuola: condannato il docente

Nel 2020, un docente di un istituto di Pescara aveva lanciato un allarme infondato circa…

17/07/2024