Alcune scuole di Selargius, in Sardegna, hanno sperimentato durante lo scorso anno scolastico, un sistema computerizzato di gestione dei colloqui: in pratica grazie a un pagamento di una quota annuale è data la possibilità di evitare le file ai colloqui con i professori.
Attraverso un’app – scrive Il Sole 24 Ore da cui prendiamo la notizia -, i genitori iscritti al servizio, possono prenotare i colloqui con gli insegnanti e acquistare una priorità nella fila. Lo slot di tempo per poter parlare con l’insegnante viene fissato indipendentemente dalla priorità d’arrivo, in modo che ogni genitore possa presentarsi da ciascun insegnante esattamente nel momento previsto e minimizzare, in questo modo, l’attesa.
Sembra tuttavia che la sperimentazione abbia prodotto buoni risultati e soddisfatto tutti, fino a quando il dirigente di una di queste scuole ha proposto il pagamento di un canone “volontario” per coprire i costi del servizio che viene gestito da privati.
E sul “volontario” sarebbe cascato l’asino perché i genitori che decidessero di non pagare, si ritroverebbero in automatico ad essere scavalcati nella fila dai genitori paganti; indipendentemente dalla priorità guadagnata “sul campo” con l’attesa.
Una trappola insomma, e molti genitori hanno rifiutato in blocco la proposta, mentre la questione è arrivata anche a Montecitorio dove si annunciano interrogazioni al Ministro dell’Istruzione.
Sicuramente molti ci vedono la tracimazione della logica del mercato e dello scambio economico verso aree sempre più vaste della vita sociale, all’interno della logica dello scambio commerciale.
In pratica come acquistare merce e chi più ha più acquista come il business dei voli prioritari oppure, fa notare Il Sole 24 Ore, l’assunzione di un tizio che faccia la fila per te.
Se quel diritto a saltare la fila che qualcuno compra e qualcun altro no, crea una disuguaglianza tra chi può permetterselo e chi no, allora qualche problema c’è.
Che pensa il figlio di chi vede scavalcati i genitori?
Una seconda riflessione, viene ancora fatto notare: se fossi un figlio e vedessi i miei genitori passare il pomeriggio in fila tra un professore e l’altro, l’impressione che ne trarrei è quella di avere dei genitori a cui io importo, che si interessano di me e del mio futuro.
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