In occasione della conferenza stampa dell’Aifa, sulla quale abbiamo riferito in precedenza, Nicola Magrini, il Direttore generale di Aifa, ha rassicurato i giornalisti circa alcune preoccupazioni che sono anche molto diffuse tra il personale della scuola, vaccinato in prevalenza con AstraZeneca.
Rispetto alla domanda di chi chiedeva se fossero indicate terapie anticoagulanti propedeutiche al vaccino, per particolari categorie di soggetti, Magrini risponde in modo perentorio: “Non c’è motivo di fare alcuna terapia preventiva, né trattamenti profilattici o posteriori al vaccino in nessuna categoria di soggetti.”
E aggiunge: “Alla domanda su cosa debbano fare i vaccinati, la risposta è stare tranquilli.” Quindi, sulla seconda dose di AstraZeneca, dichiara: “è lontana nel tempo e quindi i vaccinati stiano sereni e sicuri.”
Insomma la campagna vaccinale del mondo della scuola ripartirà da subito con un sprint indispensabile. Ad oggi sono 669.977 gli appartenenti al mondo della scuola vaccinati (dato del 19 marzo ore 10:30, secondo il portale del Ministero della Salute), con in testa la Campania (87.856 vaccinati), seguita dalla Puglia (83.070 vaccinati).
Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, esorta: “Dovere morale riprendere la campagna vaccinale a ritmo deciso.”
Anche Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, si è espresso durante la conferenza stampa dell’Aifa, spiegando il percorso vaccinale di chi dovesse rifiutarsi di avere somministrato il vaccino AstraZeneca.
Così, alla domanda Se una persona rifiuta AstraZeneca, non si vaccinerà più? Locatelli risponde:
“Se un soggetto viene chiamato per il vaccino AstraZeneca e non aderisce all’invito, verrà successivamente, nel tempo, sottoposto ad altre categorie di vaccini. I vaccini in uso sono 4 sul territorio nazionale. Ad aprile avremo la disponibilità del vaccino di Johnson & Johnson. Ma solo col tempo avremo ulteriori informazioni circa l’adeguatezza o meno di un farmaco su certe categorie rispetto ad altre.”
Argomenta così, Locatelli, sui rarissisimi casi di trombosi, 25 su 20 millioni: “No causalità, solo allerta.” E torna a precisare che AstraZeneca non induce un numero più alto di casi tromboembolici rispetto a quelli che normalmente si manifestano nella popolazione non vaccinata.
“La farmacovigilanza e la farmacosorveglianza sono responsabili dell’attenzione per andare a chiarire i determinismi di eventuali inneschi di fenomeni tromboembolici.” In altre parole, spiega Locatelli, saranno fatti ulteriori approfondimenti per stabilire quale vaccino sia più adeguato a una categoria di soggetti piuttosto che a un’altra.
“Tutte le sperimentazioni che vengono condotte sui vaccini prevedono un accurato monitoraggio dei valori ematologici e di tutti gli altri parametri, un dato assodato per tutte le sperimentazioni condotte e per tutte quelle ancora in corso con altri vaccini. Sono in corso anche sperimentazioni sui soggetti pediatrici.”
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