La scuola Secondaria di primo grado (che di seguito chiameremo semplicemente Media) è stata accusata di non essere in grado di fermare la dispersione scolastica (e, al tempo stesso, lasciata senza risorse per affrontarla) e considerata sovente un inutile anello tra la scuola primaria e la secondaria, tanto che il ministro Berlinguer voleva eliminarla o almeno ridurla di un anno. Negli ultimi venti anni è stata colpita dalle aggregazioni in istituti sempre più elefantiaci, con sedi e plessi sparsi nel territorio e poco integrati tra di loro: conseguenza voluta dell’operazione è stato l’aumento del numero di alunni/e per classe e, nelle zone più densamente abitate, la formazione di classi-pollaio. Classi sempre più difficili per il numero ma anche per la complessità delle situazioni da affrontare, senza alcuna modifica organizzativa su spazi, tempi ed organici: unica soluzione proposta la proliferazione di nuove forme di certificazione che hanno portato alla medicalizzazione di un numero consistente di studenti. Gli organici sono stati tagliati, le forme di tempo prolungato con compresenze, i laboratori con docenti dedicati, le “ore a disposizione” sono stati progressivamente eliminati e sostituiti dall’organico di potenziamento, ridottissimo e dedicato solo alle supplenze brevi (che non riesce nemmeno a coprire) e al supporto alla dirigenza. Non ci sono fondi strutturali per il recupero e quelli per l’integrazione di alunni/e non italofoni sono in quantità microscopiche. Le ore di sostegno sono state tagliate in modo drastico rendendo aleatorio il diritto all’inclusione.
Certo, questo è avvenuto anche negli altri gradi d’istruzione, ma la scuola Media è l’unico ordine che ha più alunni disabili che classi (con 6821 classi con due disabili). Il PNRR non ha migliorato la situazione perché i fondi sono indirizzati all’acquisto di materiale che – a causa delle carenze d’organico – non potrà essere utilizzato e di cui non sarà garantita la manutenzione. Infine, ricordiamo la concentrazione di potere nelle mani dei dirigenti scolastici, l’enorme aumento del lavoro burocratico, l’invasione degli spazi della vita privata da parte delle molteplici forme assunte dalla comunicazione scolastica e lo svuotamento degli organi collegiali perseguito dai Dirigenti scolastici non convocando i collegi di settore degli istituti comprensivi, bloccando la progettualità didattica dei diversi ordini e trasformando il collegio unitario in un organo di ratifica delle scelte del DS. Questa situazione svalorizza il lavoro docente, blocca ogni forma di collegialità, isola il/la docente nella sua condizione individuale in relazione alle classi in cui opera e alle richieste/pretese dell’istituzione scolastica, compromettendo il benessere di chi lavora nella scuola e svuotando di senso il lavoro docente. Votare COBAS SCUOLA, non solo nella scuola media, significa innanzitutto votare per chiedere un chiaro cambio di direzione a partire dall’aumento delle spese per la pubblica istruzione, affinché l’aumento dei fondi sia destinato a obiettivi essenziali per attuare le finalità della scuola della Costituzione, che vanno al di là della sola scuola Media e che qui riassumiamo:
– Riduzione del numero di alunni/e per classe: solo con una sensibile riduzione del numero di alunni/e è possibile seguire in modo differenziato tutti/e senza lasciare indietro nessuno/a: problema particolarmente sentito nella Media.
– Basta con il precariato a vita: avviare la risoluzione del problema, particolarmente presente nella Media, con un “doppio canale” che ogni anno permetta di assumere a tempo indeterminato il 50% degli insegnanti dalle graduatorie dei concorsi e il restante 50% da una graduatoria di accesso diretto al ruolo per i/le docenti con almeno tre anni di servizio.
– Recupero del potere d’acquisto: dal 1990 ad oggi un/a docente di scuola Media ha visto ridursi del 27% il potere d’acquisto del proprio stipendio, il recupero di quanto perso è la base per ritrovare anche la dignità e il valore del proprio lavoro.
– bibliotecari e tecnici di laboratorio in tutte le scuole: per trasformare le biblioteche scolastiche e i laboratori in luoghi vitali per la didattica è necessario, in particolare nella scuola Media, che ci sia personale per curarne gli ambienti e per permettere la fruizione in compresenza.
– organico di sostegno e di potenziamento: devono essere assicurate, nella Media come negli altri ordini di scuola, tutte le ore necessarie per garantire l’inclusione non solo degli alunni/e diversamente abili ma di tutti/e gli/le alunni/e con altre forme di certificazione.
– Rispetto degli organi collegiali e della libertà di insegnamento: è particolarmente importante nella scuola Media ritrovare il senso del lavoro docente come dimensione collegiale di confronto ed elaborazione di proposte a partire dal ripristino del potere decisionale dei consigli di classe, dei collegi di settore, della libertà di insegnamento anche arginando le ingerenze dei genitori nella didattica.
– Per una scuola che riconosce e promuove le differenze: nella scuola, non solo quella Media, le persone devono poter vivere liberamente la propria identità sessuale, affettiva e di genere, favorendo la visibilità dei temi LGBTQ+, costruendo iniziative per la prevenzione di ogni forma di violenza e discriminazione.
Silvana Vacirca capolista COBAS SCUOLA nella Secondaria di I grado
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